SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Riguardo l’ipotesi di nomina dell’Ing. Fiscaletti quale assessore della giunta Spazzafumo titolare della delega all’urbanistica, non si possono non ravvisare aspetti alquanto preoccupanti”. Lo affermano i coordinatori dei gruppi di centrodestra presenti in consiglio comunale.
A parlare sono Luigi Cava per Fratelli d’Italia, Annalisa Ruggieri per Forza Italia, Laura Gorini per la Lega e Emanuela Carboni per Piunti Sindaco.
“In primo luogo la scelta che ricadrebbe sull’ Ing. Fiscaletti è di tutta evidenza del consigliere Pasquali e non già del sindaco come contemplato dalla legge. Spazzafumo subisce ricatti e sostanzialmente non più libero neppure nelle sue funzioni”.
Per i quattro l’investitura del nuovo assessore all’urbanistica sarebbe “il frutto di un pressing sul primo cittadino palesatosi senza ombra di dubbio nell’ultimo consiglio comunale in cui il consigliere Pasquali, con il suo voto determinante, ha procurato deliberatamente la mancata approvazione del bilancio consolidato”.
“In seconda battuta genera perplessità la decisione di affidare una materia importante come l’urbanistica ad un ex dirigente ai Lavori Pubblici, più precisamente di quella giunta Perazzoli che governò la città alla fine degli anni ’90, ovvero in un’epoca in cui ancora non era disciplinata la materia sui potenziali fenomeni corruttivi e i conflitti di interesse all’interno della pubblica amministrazione”.
“Dal 2012 il legislatore è intervenuto a più riprese con una normativa puntuale e funzionale a prevenire e contrastare fenomeni corruttivi al fine di migliorare la trasparenza e l’integrità nelle istituzioni pubbliche. Basti ricordare l’istituzione dell’ANAC, ente che vigila sull’attuazione delle normative anticorruzione e trasparenza, ed ancora, le norme che prevedono la rotazione c.d. “ordinaria” del personale all’interno delle pubbliche amministrazioni, nelle aree a più elevato rischio di corruzione sino alla inconferibilità degli incarichi”.
Per il centrodestra “per l’ottimo professionista Fiscaletti, si configurerebbe una continuità trentennale con la medesima platea di soggetti seppur in tre distinte vesti: dirigente, professionista in servizio, assessore. Ci chiediamo se tutto questo possa sottoporre l’amministrazione a rischi che la legge ad oggi intende prevenire. Il caso di un ex dirigente comunale nominato assessore rischierebbe di porre lo stesso soggetto, che per anni ha inevitabilmente intrattenuto rapporti professionali con operatori economici e professionisti, in un ruolo politico potenzialmente conflittuale per la funzione di indirizzo che dovrebbe ricoprire ma anche per interessi professionali”.
“Nel caso in cui si perfezionasse il conferimento della delega all’urbanistica, come riportato nei giorni scorsi dalla stampa locale, sarebbe opportuno valutare se l’ANAC potrebbe risultare interessata a tale fattispecie, visto e considerato che si è espressa in modo inequivocabile sull’importanza di limitare il consolidarsi di relazioni che possano alimentare dinamiche improprie. Manteniamo pertanto tutti i nostri dubbi su una operazione che appare più partorita da indebite pressioni da parte di chi all’interno della maggioranza si è posto sull’Aventino, piuttosto che figlia di una scelta che miri al perseguimento dell’interesse pubblico che nella circostanza sembra tutt’altro che prioritario per l’attuale amministrazione”.