SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Ha spento cento candeline il 13 aprile Iva Gentili, nata nel 1925 a San Benedetto del Tronto, nel cuore del Paese Alto. Per celebrare questo importante traguardo, il sindaco Antonio Spazzafumo le ha rivolto gli auguri ufficiali a nome dell’intera comunità sambenedettese.
Cresciuta in una famiglia umile ma unita, Iva ha vissuto un’infanzia felice nella semplicità, circondata da altri bambini del quartiere. Tra questi c’era Armando, un amico speciale con cui avrebbe condiviso l’intera vita. Dopo pochi anni di scuola, inizia a lavorare in un lanificio, dove ogni giorno al termine del turno trova ad attenderla il fedele Jimmy, il suo cagnolino meticcio, a cui era profondamente legata.
Durante la guerra, nel 1943, la sua famiglia fu costretta a lasciare la città per rifugiarsi nelle campagne. Di quegli anni, la signora Iva conserva ancora il ricordo di una povertà sofferta, ma anche di una madre che, pur senza cibo da offrire, riusciva a trasmettere conforto con parole dolci e piene di fede: «Massere ci jeme a dermì ch’ la Madonne».
Nel frattempo, Armando non smette di pensare a Iva e arriva persino a portarle di nascosto del cibo dalla sua casa. Dopo la guerra, parte per lavorare come minatore in Belgio, ma il loro legame resta forte. Al suo ritorno, i due si sposano e decidono di iniziare una nuova vita insieme proprio in Belgio.
A Charleroi, dove restano per 25 anni, Iva impara il francese, trova lavoro e diventa madre di due figlie, Maria e Francesca. La vita all’estero è dura ma piena di soddisfazioni, e i sacrifici condivisi con Armando permettono alla coppia di realizzare un sogno: comprare una casa a San Benedetto e tornare in Italia nel 1975.
Il rientro non è semplice, ma con il tempo Iva si riabitua alla sua terra natale, accogliendo con gioia l’arrivo di quattro nipoti e, più recentemente, del bisnipotino Nicola, nato nel 2024. Oggi è l’unica sopravvissuta dei suoi numerosi fratelli e sorelle, ma affronta i suoi 100 anni con lucidità, salute e tanta voglia di vivere.
La sua storia è un ritratto di forza, resilienza e amore, e la sua famiglia non può che augurarle altri 100 anni altrettanto pieni.