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Salvamento, riesplode il caso degli ombrelloni. Le associazioni propongono meno bagnini ma si rischia lo stop il 9 settembre

All’orizzonte ci sarebbe comunque un compromesso: offrire la sicurezza in mare con unità ridotte e ad un raggio maggiore rispetto al periodo estivo. Ma qualcuno pensa alla protesta
Pubblicato il 23 Agosto 2024

di Massimo Falcioni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. A San Benedetto rischia di riesplodere il caso degli ombrelloni, ad un anno esatto dal precedente caso che ha portato allo svuotamento della spiaggia in anticipo rispetto al termine della stagione balneare.




Tutto è legato, ancora una volta, al servizio di salvataggio in mare che, come stabilito a monte, terminerà il 9 di settembre. Una data che lascia libero ancora un bel margine per quel che riguarda la possibilità di godersi il sole e il mare della riviera, ma che rimane strettamente legata alla garanzia di un monitoraggio delle acque da parte dei bagnini.

Le associazioni di categoria si sono già mobilitate e stanno preparando una lettera congiunta indirizzata alla Capitaneria di Porto che già dodici mesi fa aveva avvisato i concessionari di spiaggia in tal senso. All’epoca si era espressa anche la Regione Marche a cui gli operatori si erano rivolti, lamentando le regole differenti applicate per i singoli comuni della costa.

La soluzione pareva essere stata raggiunta a giugno, con l’assicurazione dell’elioterapia nel periodo antecedente l’inizio del lavoro del salvamento in mare.

In altre parole, gli chalet hanno potuto installare le loro strutture (ombrelloni, lettini e sdraio) con annesso posizionamento di cartelli e bandiera rossa con i quali si avvertiva dell’assenza di bagnini sulle varie torrette. Si pensava, pertanto, che pure a settembre si potesse proseguire così dopo il 9, almeno fino a quando il meteo e l’afflusso turistico avessero garantito afflusso turistico.

Inevitabile quindi il malumore dei concessionari, che si domandano quali siano le differenze tra la situazione di giugno e quella di settembre. All’orizzonte ci sarebbe comunque un compromesso: offrire la sicurezza in mare con unità ridotte e ad un raggio maggiore rispetto al periodo estivo, proporzionato alla minore presenza di persone.

Qualora arrivasse il semaforo verde da parte dell’autorità marittima, occorrerebbe convincere gli stabilimenti a versare una somma utile a coprire l’investimento, anche se inferiore. Un dettaglio non marginale, visto che alcuni concessionari potrebbero mettere in pratica una protesta con la chiusura delle strutture proprio il 9 settembre.

“Prolungare il servizio di salvataggio equivarrebbe ad un aggravio dei costi”, dichiara il presidente dell’Itb, Giuseppe Ricci. “Sarebbe stato meglio saperlo prima. Quando ci sono situazioni di questo tipo che comportano un aumento delle spese, il tutto dovrebbe essere concordato prima dell’avvio della stagione estiva e non verso la fine. Ad ogni modo, se si procedesse su questa strada cercheremmo di farci trovare pronti”.

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