SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “La Regione ora non ci offre più tutte le possibilità a disposizione, non abbiamo più libertà di scegliere”. L’assessore al sociale Emanuela Carboni non nasconde la rabbia per la decisione di Palazzo Raffaello di abrogare la legge del 1987 che garantiva i rimborsi per le spese affrontate dai malati oncologici.
“Se non avessimo fatto rumore sui social ci avrebbero tolto tutto – prosegue la Carboni – sono corsi ai ripari. Non abbiamo interpretato male. Chiunque si sia recato allo sportello di via Romagna il giorno dopo l’approvazione della legge si è sentito rispondere dal funzionario che non c’erano più rimborsi, di qualsiasi genere. A San Benedetto non c’è radioterapia, chi doveva spostarsi doveva farlo a sue spese. Ora è stata messa una pezza con la delibera di giunta”.
Il dietrofront tuttavia è parziale. “Non si può più andare fuori regione. Bisogna curarsi per forza nelle Marche. Abbiamo bisogno di una sanità che si prenda cura dell’ammalato”.
A scagliarsi contro il governatore Ceriscioli è anche Ornella Vallesi, presidente del Bianco Airone, la onlus che si propone di fornire un sostegno ai pazienti: “Le Marche venivano considerate virtuose in tal senso. Era un vanto, dall’Abruzzo si trasferivano da noi. Ora l’Abruzzo l’ha approvata, noi l’abbiamo cancellata. Un ripensamento c’è stato, ma non basta. Non possiamo scegliere il medico che ci aggrada, acquistare un po’ di salute dove vogliamo. Torneremo a subire attese allucinanti”.