SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il circolo “Lu Cucale” di Legambiente boccia il possibile aumento della TARI e invita il comune ad attuare un percorso di miglioramento del porta a porta attivando la tariffazione puntuale. Molti comuni piceni stanno valutando la possibilità di un aumento della TARI (tassa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani) in quanto sta aumentando il quantitativo di rifiuti indifferenziati che finiscono in discarica.
A lanciare l’allarme è il circolo sambenedettese dell’associazione ambientalista a seguito di un’indagine condotta, da propri volontari, nel popoloso quartiere di San Filippo Neri dove da anni è attivo il metodo di raccolta “porta a porta 2.0” tramite l’utilizzo dei mastelli.
“Abbiamo notato – spiega Sisto Bruni, presidente del circolo – che il conferimento con i mastelli è nettamente sceso rispetto alla fase iniziale ed ora i cittadini preferiscono conferire un mix di rifiuti quali: carta, plastica e indifferenziato, utilizzando semplici sacchetti di plastica a volte di colori che non coincidono con il materiale conferito”.
Perché si è avuta questa netta regressione nell’utilizzo dei mastelli? Secondo Bruni il motivo è da ricercare nella mancata applicazione della tariffazione puntuale che prevede, a seguito di un monitoraggio dei numeri di conferimento, di premiare i cittadini più virtuosi con sconti sulla T.A.R.I. e punire i cittadini meno attenti alla raccolta differenziata con un aumento della suddetta tassa.
“A distanza di tre anni dall’entrata in vigore di questo nuovo metodo di raccolta porta a porta con i mastelli, – afferma Sisto Bruni- non è mai entrato in funzione né il monitoraggio del numero di conferimenti né il controllo del materiale differenziato, per cui il cittadino che si impegnava a lasciare il mastello davanti la propria porta di casa nei giorni di conferimento e ritirarlo subito dopo non si sente più motivato a farlo e preferisce buttare tutto in un unico sacco e lasciarlo dove vuole.”
Infatti dal reportage fotografico effettuato dai volontari di Legambiente, si riscontra che nelle vie del quartiere San Filippo nei giorni di conferimento/prelievo il numero di mastelli è molto ridotto, e si notano invece più sacchetti anonimi. Inoltre è stato riscontrato che molti cittadini conferiscono i loro sacchi, senza rispettare i giorni prestabiliti, nei bidoni grandi (riservati ai condomini), cresciuti a dismisura nel quartiere, o addirittura li abbandonano a fianco dei bidoni dell’umido.
“Ci sentiamo presi in giro – continua Sisto Bruni – nella fase iniziale del progetto, insieme agli operatori di Picenambiente, abbiamo incontrato i cittadini dei vari quartieri della città, per convincerli che questo nuovo metodo di raccolta è molto efficiente e che permette di avere un vantaggio economico a tutti coloro che conferiscono correttamente e puntualmente a discapito dei cittadini che non conferiscono o conferiscono in modo errato e superficiale.
A distanza di tre anni questo non è avvenuto, tutti continuano a pagare la stessa quota che addirittura potrebbe essere aumentata a discrezione dei comuni, inoltre, per il cittadino non risulta possibile monitorare la propria situazione di conferimento tramite la lettura del codice del proprio mastello utilizzando uno smartphone con l’applicativo Qr Code (se ci si prova non funziona)”.
Purtroppo, alla luce di quanto riscontrato nel quartiere San Filippo Neri, dobbiamo constatare che il cittadino è disincentivato ad effettuare la raccolta attraverso il proprio mastello, tanto sa che pagherà come gli altri che non fanno la raccolta differenziata. Inoltre un eventuale aumento della tassa sui rifiuti peggiorerà la situazione.
“Se non si agisce immediatamente – conclude Sisto Bruni- ci sarà e non solo a San Benedetto, una diminuzione sostanziale del materiale da riciclare, attualmente al 68%, e l’aumento dell’indifferenziato che ci porterà ad allontanarci dall’obiettivo: “rifiuti zero”.
Legambiente ha inviato, alcuni mesi fa, una lettera tramite PEC a tutti i Sindaci del piceno che hanno adottato nel proprio comune il servizio di “porta a porta 2.0”, tramite l’utilizzo dei mastelli e all’ATO5 Piceno al fine di informarli sulla situazione negativa riscontrata e sollecitarli ad attivarsi immediatamente affinché venga reso operativo il sistema di monitoraggio con la lettura dei codici , presenti sui mastelli, all’atto del prelievo e di chiedere che venga reso operativo il software di elaborazione e calcolo delle percentuali di conferimento pro capite.
L’avvio immediato di questo servizio, così come previsto dal progetto iniziale, permetterà di avere, prima dell’estate, un quadro sostanziale di come sta procedendo la raccolta differenziata, di capire chi sono i cittadini più ligi e quelli più superficiali e di avviare campagne di informazione e controlli più accurati laddove il servizio risulta più carente.
Ricordiamo infine che riciclare è un dovere di ogni buon cittadino e che grazie al riciclo dei materiali è possibile ridurre le emissioni di gas a effetto serra, effettuare un impiego più efficiente delle materie prime e delle risorse intese come energia e acqua.