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Restyling del centro, ecco il progetto vincitore. Nasce la casa della cultura, il pennello diventa passeggiata sull’acqua

La commissione giudicatrice, composta da esperti di rilievo nel campo dell'architettura e dell'ingegneria, ha valutato attentamente le proposte presentate dai partecipanti. La vincitrice è Giulia Sfamurri
Pubblicato il 9 Marzo 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Questa mattina in sala consiliare si è tenuta una iniziativa volta a promuovere la riqualificazione urbana del tratto finale del torrente Albula e delle aree circostanti al Viale B. Buozzi. Questa iniziativa si propone di connettere tali aree non solo in termini ambientali e paesaggistici, ma anche per migliorarne la fruibilità ciclopedonale.

Il Concorso, reso possibile grazie al contributo di 50.000 euro concesso dalla Regione Marche, ha rappresentato un’opportunità unica per l’Amministrazione di accogliere proposte innovative e nuove idee per una delle zone più centrali e attrattive della città. Questa zona, che abbraccia la parte finale del torrente Albula e le aree circostanti al Viale B. Buozzi, riveste un’importanza strategica per il tessuto urbano di San Benedetto del Tronto.

I premiati

La commissione giudicatrice, composta da esperti di rilievo nel campo dell’architettura e dell’ingegneria, ha valutato attentamente le proposte presentate dai partecipanti. La commissione includeva la Prof.ssa Alessandra Battisti dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, il Prof. Gianluigi Mondaini dell’Università Politecnica delle Marche, il Prof. Elio Trusiani della Scuola di Ateneo Architettura e Design Eduardo Vittoria di Ascoli Piceno – Università di Camerino, l’Ing. Cristoforo Everard Weldon dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ascoli Piceno e l’Arch. Paola Amabili dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori della Provincia di Ascoli Piceno.

I vincitori del concorso sono stati annunciati durante l’evento, ricevendo riconoscimenti economici in base alla loro classifica. La prima classificata è stata l’architetto Giulia Sfamurri che si è aggiudicata il premio di diecimila euro. Quindi Arch. Andrea Eusebi (Premio di €5.000,00). Al terzo posto M.&A.S.R.L.-SOCIETA’ DI INGEGNERIA (Premio di €3.000,00), al quarto Arch. Monica Vartolo (Premio di €1.000,00) e al quinto Arch. Ludovico Spinozzi e Arch. Matteo Curzi (Premio di €1.000,00).

Il progetto

L’intento progettuale primario mira alla connessione e valorizzazione del patrimonio storico e ambientale esistente al fine di dar inizio ad un processo di trasformazione per San Benedetto del Tronto di una città biofila e dotata di una mobilità dolce interconnessa che valorizzi il rapporto della città con la natura. E dar vita ad un luogo identitario per la comunità dagli usi più flessibili durante tutto l’anno. “La connessione – spiega l’architetto – come elemento cardine, ecologica e sociale, attraverso la tutela e il recupero dell’esistente ed il miglioramento e nascita di nuovi luoghi attrattivi per potenziare la vivibilità delle comunità, per affrontare le duplici e crescenti sfide del cambiamento climatico e della perdita della biodiversità”.

“L’idea progettuale proposta – continua Sfamurri – si sviluppa attraverso l’uso di linee sinuose e discontinue a rappresentanza dell’unione dell’ambiente marino/torrenziale all’urbano, dando vita al disegno del parco sul mare dove i giochi di forme generano nuovi luoghi, percorsi di connessione, aree di sosta, svago e aree verdi. Il parco sul mare ha come obiettivi la conservazione della macchia arborea e arbustiva e delle architetture storiche di pregio presenti; il recupero delle Pinete che diventano dei connettori fisici ed ecologici per l’uomo e per l’ambiente naturale; la rinaturalizzazione del torrente e della foce dell’Albula; il ridisegno del lungomare e dei viali: Il Viale B. Buozzi, il Viale Marinai d’Italia e i percorsi tra i giardini assumono un nuovo valore estetico e paesaggistico”.

Gli edifici mutano destinazione d’uso favorendo la nascita di nuovi poli attrattivi: la casa della Cultura, l‘area mercato e spettacoli, zone di sosta e noleggio bici, bagni pubblici; i giardini assumono un nuovo aspetto e le aree a verde in prossimità dei percorsi si ampliano e accompagnano i fruitori, attenzione viene posta ai percorsi ciclo-pedonali e agli attraversamenti lungo le vie carrabili presenti in sito con lo scopo di intensificare la percorribilità dolce e limitare la carrabile nelle aree più attrezzate. La mobilità dolce è connessa attraverso percorsi ciclabili identificati con il colore rosso che percorrono e uniscono gli attuali e nuovi poli attrattivi e percorsi ciclopedonali in cui pedoni e ciclisti condividono lo spazio, inoltre sono previste aree di sosta per i mezzi leggeri.

Il parco

Le sedute dislocate all’interno del parco assumono la forma di una linea spezzata a richiamo dell’incontro del mare e dell’urbano diventando un simbolo identitario. Lungo la via degli Oleandri la strada carrabile viene inglobata dai viali ciclo-pedonali alberati, in prossimità delle attrezzature la pavimentazione cambia di materiale al fine di ricreare un luogo sicuro e generare nuovi ed estetici ingressi, i parcheggi sono ricollocati nell’area vicina che diviene area sosta auto immersa nel verde con l’impianto di nuove specie arboree e un percorso ciclopedonale centrale che la percorre e si unisce alla viabilità marina.

Il sistema del verde è implementato, le specie arboree già esistenti allo stato di fatto sono state conservate, coerentemente con il loro stato di salute. Lungo i corsi d’acqua rinaturalizzati e nei corridoi vegetali riconnessi, le scelte progettuali mirano alla messa a dimora di specie autoctone della macchia mediterranea. I percorsi ciclopedonali sono delineati da fasce tampone vegetate nelle quali viene scelta la tipica vegetazione mediterranea, attraverso il gioco delle diverse altezze, ricreate con l’uso di varie tipologie di alberi e arbusti, aprendo e chiudendo le visuali sui punti focali dell’area.

Al fine di ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e rendere l’ambiente urbano più resiliente, lo scopo è intensificare l’infrastruttura verde della città con gli obiettivi di ridurre i gas serra, intrappolare le polveri sottili, produrre mitigazione microclimatica con ombra ed evapotraspirazione, aumentare il benessere delle persone negli spazi aperti, ridurre i consumi energetici e migliorare la gestione del ciclo dell’acqua, conferire attrattività̀ e vivibilità̀ . Le aree verdi lungo i percorsi e le strade sono studiate come aree depresse in grado di intercettare acqua piovana al fine di aumentare la resilienza delle aree urbane rispetto alle piogge intense, svolgendo la funzione di rallentare il flusso idrico e contrastare fenomeni di allagamento.

L’Albula

“Il torrente Albula si presenta oggi come un divisore della città, luogo degradato a seguito di pesanti interventi antropici; attraverso la sua rinaturalizzazione l’intento è di recuperare il ruolo vitale del corso d’acqua inteso come corridoio ecologico aumentando il benessere socio-ambientale del centro abitato. I corsi d’acqua sono una chiave fondamentale per la resilienza della città in quanto diminuiscono gli effetti delle isole di calore contribuendo al miglioramento bioclimatico e sociale. La rinaturalizzazione del torrente Albula si basa sulla reintroduzione, in un ambiente artificiale, di quegli elementi morfologici caratteristici degli ambienti naturali che rivestono una fondamentale importanza nella funzionalità dell’ecosistema al fine di restituire al torrente e alla città il valore paesaggistico e ricreativo. In particolare la rinaturalizzazione prevista consiste nell’eliminazione delle scogliere e nella rimodulazione dell’alveo; la sostituzione degli argini cementati con opere di difese spondali naturali nel rispetto delle sezioni del flusso esistenti; la messa a dimora di specie idonee in grado di depurare l’acqua e di consolidare le sponde garantendo ombreggiamenti adeguati e comfort climatico”.

L’obiettivo degli interventi è far divenire il torrente un connettore ecologico e sociale, munire la città di un luogo fruibile con la creazione di aree per la socialità e percorsi ciclopedonali percorribili in sicurezza, sentieri naturalistici lungo le aree verdi, aree di accesso verso il corso d’acqua per restituire il contatto tra l’uomo e la natura. “In particolare, gli accessi al torrente sono previsti in ambo i lati dei ponti carrabili attraverso delle rampe, al fine di abbattere le barriere architettoniche, si giunge al torrente dove un percorso ciclopedonale ne consente la percorribilità in ambo le sponde. Lungo gli argini si intercorrono diverse scenari, aree fitte di vegetazione ripariale in formazioni erbacee, arbustive e arboree. percorsi naturali tra gli arbusti, aree di sosta dalla forma irregolare fanno posto a sedute per godersi il panorama, scalinate di accesso al corso d’acqua che svolgono la doppia funzione di camminamento e sedute nei periodi di magra del torrente”.

Il Centro

Il Viale B. Buozzi e le pinete anche se ad oggi riversano in condizioni di degrado possiedono un alto valore storico, ambientale e sociale; con lo scopo di restituire dei luoghi estetici e dal pregio storico naturalistico le scelte progettuali in tali aree si focalizzano sulla loro conservazione e riqualificazione.

“Nelle pinete gli intenti progettuali mirano allo sgombero di tutte le attività ricreative generate dall’azione antropica con lo scopo di restituire il valore naturalistico e paesaggistico che rivestono collocando al primo posto la natura e i sistemi ecologici. Attraverso la messa a dimora di grandi macchie arbustive che segnano con la loro forma sinuosa percorsi di connessione e l’inserimento di panchine simbolo per godersi momenti di riposo, la passeggiata nelle pinete ha lo scopo di migliorare la sicurezza, l’accessibilità e l’amenità generando nuovi luoghi aperti e di prospettiva”.

Gli unici elementi architettonici (chioschi bistrot/ristorazione) permangono nella posizione attuale nelle pinete tra viale B. Buozzi e i giardini al fine di ricreare dei luoghi sociali e attrattivi e l’inserimento di una pergola circolare classica al centro della pineta verso il mare, come segno iconico e di unione sociale.

“Il viale B. Buozzi diviene un corridoio verde in cui tagli moderni della pavimentazione ridisegnano la passeggiata, in ambo i lati del viale le macchie arbustive prendono spazio aumentando le porzioni a verde con lo scopo di ridurre le isole di calore, voluto è il segno rosso della pista ciclabile che percorre tutto il viale, attraversa la storica rotonda Giorgini a collegamento del monumento Nespolo (“lavorare, lavorare, lavorare preferisco il rumore del mare); la restante porzione del viale è finalizzata alla passeggiata. La rotonda Giorgini riveste un alto valore storico, la sua posizione centrale di collegamento tra il corso principale e il faro, viene valorizzata con il potenziamento delle aree a verde lungo i camminamenti ricche di bordure ornamentali e con l’inserimento di sedute sulle quali poter godere momenti di riposo e di svago. Le storiche balaustre e le scalinate di collegamento sono conservate e restaurate, senza apportare modifiche strutturali all’intero sistema tutelato è prevista la realizzazione di una rampa di accesso al fine di abbattere le barriere architettoniche. Lungo il viale B. Buozzi gli spazi semicircolari riservati sono riproposti e specchiati nei giardini prospicienti con lo scopo di creare con quest’ultimi una connessione trasversale marcata attraverso l’uso della pavimentazione”.

Quindi l’architetto passa all’area ad Est, quella di viale Marinai d’Italia: “Lungo Viale Marinai d’Italia oggi si susseguono mercatini all’aperto che ostacolano le visuali verso il mare, gli interventi proposti sono finalizzati a donargli una nuova identità. Data la sua posizione strategica posta al centro dell’area sportiva diviene il viale lineare dello sport con interessanti opzioni sportive e per l’esercizio fisico per tutte le età al fine di trasformarsi in un’attrazione e luogo di inclusione sociale per l’intero territorio comunale. L’idea progettuale mira ad un collegamento sicuro tra gli impianti sportivi integrando così il sistema e ancorando il tema dello “sport e movimento” nell’ambiente urbano; il ridisegno del viale con linee sinuose interposte alle regolari e l’uso dei colori che richiamano il monumento del Nespolo emblematico di San Benedetto del Tronto (“lavorare, lavorare, lavorare preferisco il rumore del mare) crea aree di sosta e gioco: streetball, area ping pong, area fitness, parco giochi, scacchiera e area vita. Riprendendo il filo conduttore del percorso ciclo-pedonale di Viale B. Buozzi dalla rotonda Giorgini attraverso la pineta, percorre tutto il Viale sino al mare, collegando la viabilità dolce marina, implementando le visuali sull’ ambiente e rafforzando il sistema di connessioni lente già presenti nell’area”. L’intero viale è illuminato lungo l’asse principale da un sistema di pali alti, per garantire la fruibilità anche nelle ore serali o in concomitanza di specifici eventi.

L’ex Galoppatoio

L’area dell’ex galoppatoio è stata pensata come luogo di condivisione di interessi e al tempo stesso come spazio di incontri culturali e di scambi, un luogo in cui il vivo fervore della vita quotidiana, ospiterà mercatini, mostre e spettacoli all’aperto; un luogo di cultura e socialità che si apre verso il mare. La grande fluidità dell’organizzazione dello spazio pubblico permette di accedere all’area da quattro ingressi al fine di poterlo attraversare da una parte all’altra, favorendo la massima frequentazione e vivacità dell’area con beneficio per le attività commerciali. Un grande viale centrale che ingloba un’area a verde connette il nuovo ingresso dal Viale degli Oleandri verso il mare e determina le aree.

“Circolo Mare Bunazz e i chioschi dislocati nel parco vengono individuati come aree preposte per i mercatini; in particolare l’edificio esistente ospiterà i mercati al chiuso consentendone la fruizione anche nella stagione invernale. L’edificio si arricchisce con un ingresso coperto da un pergolato verde e il design dei chioschi prende spunto dalla forma delle balaustre esistenti che caratterizzano i giardini di viale B. Buozzi ripensati in chiave moderna, dove il movimento sinuoso delle facciate e delle colonne è ricoperto da specie rampicanti. Gli altri elementi distintivi dell’area sono: un’ampia area a prato con sedute dalla linea spezzata per momenti di sosta e svago all’ombra di specie arboree e l’anfiteatro all’aperto, utilizzabile per molteplici funzioni sociali e culturali e caratterizzato da uno scenografico fondale vegetale: il palco assume la forma morbida e le sedute lineari accolgono il visitatore simboleggiando l’unione all’ambiente marino”.

Le aree a verde contornano e ornamentano l’area, si sviluppano in altezza in prossimità della viabilità carrabile con la funzione di schermare, mentre in direzione del mare divengono basse in modo tale da creare un unico paesaggio con l’ambiente naturale.

Casa del Giardiniere e Bagni Pubblici

La casa del giardiniere è un edificio dismesso all’interno dei giardini, la sua posizione immersa nel verde, possiede tutti presupposti per la creazione di uno spazio rilassante e di condivisione. “Nasce così la casa della Cultura, un edificio in grado di accogliere fruitori di tutte le età che potrà ospitare al piano terra una biblioteca e al piano primo un area culturale e ricreativa con l’inserimento di un bistrot per lo svolgimento di attività socio-culturali come presentazioni di libri, incontri con gli autori, concorsi letterari, percorsi didattici e ludici nei periodi invernali, attività che si potrà svolgere nelle stagioni calde sfruttando la porzione esterna dove le aree verdi divengono biblioteca all’aperto”.

L’edificio viene pensato su due livelli: al piano terra un grande ingresso accoglie i visitatori e una terrazza sul parco al primo livello consentirà l’unione dell’attività culturali a quelle ricreative; la facciata è definita da colonne sinuose ricoperte da specie rampicanti con l’intento di unire la storia alla natura e cultura. Il grande viale di accesso da viale B. Buozzi studiato per poter accogliere masse in movimento e mostre all’aperto percorre la pineta e taglia il corso ciclopedonale e la passeggiata nei giardini diventando una connessione diretta.

La passeggiata nei giardini ridisegnata attraverso l’uso delle linee spezzate unisce casa della Cultura all’edificio pubblico; lungo il viale che attraversa le fontane circolari si susseguono aree di sosta dalla forma semicircolare dove poter godere dell’ombra di un pergolato verde, aree gioco per i più piccoli.

L’edificio ad oggi adibito a bagni pubblici ha linee semplici e colori tenui contornato da una forte presenza del verde. L’edificio riqualificato nel design e nell’accessibilità con la creazione di un nuovo accesso mediante rampa e scalini mantiene in parte la sua funzione di bagno pubblico a pagamento automatico al fine di evitare situazioni di degrado, mentre la restante porzione posta in prossimità del vicino sottopasso di collegamento al centro urbano diviene negozio di noleggio bici/monopattini al fine di incentivare la mobilità dolce. La facciata che fiancheggia il viale dei giardini ospiterà una parete verde e una seduta per godersi momenti di sosta. 

Nuttate de Luna

Nella foce dell’Albula padrone è il paesaggio naturale ripariale che funge da importante corridoio ecologico e incoraggia l’esplorazione. L’obiettivo è la tutela della natura attraverso il reimpianto e la messa a dimora della vegetazione ripariale al fine di creare per le specie faunistiche presenti o potenzialmente presenti idonei habitat, come condizione di rifugio, alimentazione e riproduzione.

Il pennello dell’Albula segnato da grandi massi diviene una passeggiata “sull’acqua” che giunge ad una panchina identitaria come luogo di sosta, di pensiero ma anche ricreativo per i pescatori appassionati.

“Nella sponda opposta gli intenti progettuali sono di ricreare un luogo attrattivo come una scenografia paesaggistica sul mare considerando le connessioni, la mobilità dolce, la fruibilità, il rispetto dell’ambiente naturale, il legame del territorio e i cambiamenti ambientali. Tagli di pavimentazione a richiamo delle onde che si infrangono ridisegnano la passeggiata sul mare e generano aree verdi ricche di vegetazione mediterranea delimitate nei cambi quota da strutture di contenimento. Le sedute dislocate lungo la passeggiata diventano aree di sosta per godersi la vista sul mare, la porzione superiore è collegata da una scalinata centrale e due grandi rampe, una delle quali in direzione del ‘Monumento al pescatore’, uno dei simboli di San Benedetto del Tronto, reso ancora più attrattivo dal raccordo dei percorsi ciclopedonali. Al fine di incentivare l’attrattività e la fruizione del luogo chioschi rimovibili svolgono la funzione di caffetteria/bistrot. La restante parte delle aree è a verde con l’inserimento di grandi macchie arbustive che svolgono la funzione estetica e di connettore ecologico”.

“Il lungomare si connette ai giardini e alle attrazioni prospicienti per mezzo di attraversamenti ciclopedonali mirati e segnalati, due aree di sosta bici sono posizionate nei pressi degli accessi principali e la mobilità ciclabile segnata è esterna alla passeggiata e congiunge i tre monumenti simbolo della città di San Benedetto del Tronto. Il monumento dedicato alla Genevieve viene valorizzato con l’inserimento di una grande seduta in calcestruzzo ombreggiata dall’impianto di nuove specie arboree e arricchite da una grande macchia arbustiva mediterranea; il percorso ciclopedonale raggiunge il monumento alla Genevieve dal viale dello sport e termina con un segno sul mare. nei pressi dell’area è stato posto un area per la sosta dei mezzi sostenibili”.

Nei pressi del monumento del Nespolo (“lavorare, lavorare, lavorare preferisco il rumore del mare) le scelte progettuali sono volte alla valorizzazione dello stesso attraverso il rafforzamento della componente verde, le porzioni a giardino aumentano di dimensione schermano le visuali sui percorsi carrabili e creando una nuova scenografia dal versante opposto, voluto è il segno della mobilità ciclabile che taglia la nuova macchia vegetale. Il progetto sul ponte di viale Trieste mira a garantire un attraversamento sicuro in ambo i sensi con il fine di creare un unica isola attraverso l’uso della pavimentazione con finiture e/o colori diversi, il passaggio tra le pista ciclopedonali dei versanti opposti è segnalato con pavimentazione colorata e idonea segnaletica, nella parte centrale del ponte delle macchie verdi dalla forma sinuosa consentono lo spostamento e la sicura fruibilità dei pedoni giunti dalle auto in sosta ai parcheggi adiacenti, ai lati dei quali una strada carrabile permette la percorrenza in ambo i sensi di marcia. A confine delle tre vie di unione una rotonda alla rete ciclo-pedonale”. 

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