SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Dopo le dichiarazioni dell’avvocato Maurizio Cacaci, che aveva preso ufficialmente le distanze dalla raccolta fondi attivata per sostenere le spese legali di uno degli arrestati nella tragica rissa del lungomare interviene ora il promotore dell’iniziativa, Gian Marco Iacoponi, che chiarisce le motivazioni e le modalità con cui l’iniziativa è nata.
Il giovane imprenditore spiega che la raccolta fondi è stata avviata su sollecitazione di un gruppo di amici stretti del trentenne ferito e con l’autorizzazione del padre del ragazzo, Nerio Seghetti. E sottolinea come il legale, effettivamente, non sapesse nulla di quell’iniziativa.
«Saranno gli inquirenti e sarà il Tribunale a chiarire come siano effettivamente andate le cose quella notte. Non si vuole “assolvere” nessuno. E’ una iniziativa finalizzata ad aiutare un amico e presa dopo aver avuto l’autorizzazione del padre. Mi sono fatto portavoce di una richiesta collettivi dei suoi amici più stretti perché quel ragazzo è una persona a cui vogliamo bene e, a giudicare dalla risposta delle persone a quella raccolta fondi, non siamo evidentemente gli unici».
Iacoponi parla insieme al papà del ragazzo: «Non volevamo mettere in difficoltà nessuno – affermano – e non ci aspettavamo di creare dei problemi. Si è trattato semplicemente di una iniziativa finalizzata ad aiutare il ragazzo, in sede legale, a fare chiarezza sul suo ruolo in tutta quella vicenda che lo ha visto finire in ospedale in gravi condizioni. E’ stata fatta attraverso il web per raggiungere il maggior numero di persone che potevano avere voglia di aiutarlo. È tutto qui. Né il ragazzo ferito né l’avvocato sapevano nulla anche perché abbiamo ritenuto ininfluente avvisarli della cosa. La priorità era semplicemente cercare di aiutarlo».