SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Niente Ragnoliadi per quest’anno, almeno non nel formato usuale. La mancanza del campo di atletica si fa sentire e l’edizione 2016 delle Ragnoliadi non avrà, almeno per il momento, il programma a cui gli abitanti del quartiere Ragnola sono ormai avvezzi da anni.
Tuttavia gli organizzatori non si sono persi d’animo e hanno voluto comunque offrire ai giovanissimi del quartiere un’occasione per incontrarsi e stare insieme all’insegna dello sport, con un affettuoso fuori programma: l’intitolazione del campetto parrocchiale alla memoria di Domenico Mozzoni, scomparso nel gennaio di quest’anno, per i meriti della sua attività in ambito sociale e umanitario, soprattutto per i bambini, e il suo forte legame con la parrocchia.
La cerimonia sarà l’evento culminante della prima giornata di questa edizione ridotta delle Ragnoliadi, il 18 agosto alle ore 20:45, quando sarà scoperta la targa in memoria del Dottore. Seguiranno altri tre giorni di tornei di calcio maschile e pallavolo femminile per tutti i nati fra il 2005 e il 2010. La manifestazione si concluderà nella giornata di domenica 21 agosto, con la premiazione di tutti i giovani atleti.
A sostegno dell’iniziativa e di tutto l’evento, la famiglia Mozzoni ha attivamente partecipato all’organizzazione di questa edizione, coinvolgendo come sponsor anche la AVIS, le cui insegne orneranno le magliette delle squadre di giovanissimi che competeranno nei tornei. Ognuna delle maglie porterà anche la frase autografa del dottor Mozzoni, “Il futuro è vostro”, dedicata ai bambini.
Alla conferenza di presentazione ha preso parte il figlio del dottor Mozzoni, Nicola, che ha voluto ringraziare personalmente a nome della famiglia la Parrocchia della Sacra Famiglia, l’Avis e il comitato organizzativo delle Ragnoliadi per la dimostrazione di affetto nei confronti di Domenico: “Nessuno come noi oggi sa quanto sia importante donare il sangue – ha spiegato – Per questo abbiamo voluto portare l’AVIS in questa manifestazione così importante per i bambini del quartiere, nella speranza che questo spinga nuove persone a diventare donatori.”