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Pd, scontro frontale. Manfroni: “Ho con me la metà del partito. Non ci hanno offerto nulla. Congresso? Pronto al ricorso”

L'affondo del candidato uscito sconfitto: “Senza di noi non possono fare nulla, con 17 membri a favore e 16 contrari non si va avanti, senza dimenticare che parliamo dello stesso partito"
Pubblicato il 11 Febbraio 2025

di Massimo Falcioni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Numericamente e politicamente parlando abbiamo la metà del partito, ma Giobbi non riconosce questa situazione”. E’ durissimo l’affondo di Andrea Manfroni, candidato uscito sconfitto dal congresso del Pd con un divario di appena 8 voti.


Uno strappo che si è manifestato plasticamente lunedì sera alla prima Unione Comunale del nuovo corso, con la delegazione di ‘minoranza’ che è rimasta fuori dalla sede di via Manara per protesta.

“Da un mese aspettavamo dal segretario il progetto politico, che ci offrisse la co-segreteria, invece non abbiamo ottenuto nulla”, tuona Manfroni. “Senza di noi non possono fare nulla, con 17 membri a favore e 16 contrari non si va avanti, senza dimenticare che parliamo dello stesso partito, non di due partiti diversi”.

Manfroni fa capire che avrebbe accettato la carica di segretario aggiunto. “Altri ruoli non mi interessavano. Inoltre, se ci vedono come minoranza, avrebbero dovuto perlomeno offrirci la presidenza dell’assemblea. Si sono presi tutto, mettendo Iacopo Zappasodi alla vicesegreteria e Alessandra Imbrescia alla presidenza”.

La tensione si taglia col coltello e sempre Manfroni potrebbe rendersi protagonista di un ulteriore colpo di scena: “Credo che presenterò ricorso contro l’esito del congresso, ci sono gli estremi”. Ed insiste: “Avrebbero dovuto prendere esempio dalla Schlein, che ha vinto ma ha offerto la presidenza del partito a Bonaccini. Idem è accaduto al Pd Marche. Al contrario, San Benedetto ha deciso di sbatterci la porta in faccia. Poteva essere l’occasione per lanciare un segnale e riappacificare il partito locale”.

L’ultimo avvertimento è rivolto alla corsa per le Regionali: “Non pensino che faremo passare sopra le nostre teste accordi provinciali e regionali. San Benedetto e la costa esprimeranno i loro uomini forti, non deboli come vuole qualcuno. La nostra città deve essere libera di scegliere candidature autorevoli. Su questo non transigo”.