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Pd, il segretario Giobbi: “Offro a Manfroni la vicesegreteria. Si volti pagina. Ho vinto di poco, ma il risultato è valido”

L'appello a Manfroni: “Vanno messe da parte le discussioni passate e le legittime aspirazioni personali. Va cambiata la nostra narrazione e come vogliamo uscire all’esterno. Queste nostre divisioni interessano poco alla città"
Pubblicato il 12 Febbraio 2025

di Massimo Falcioni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Vorrei che si iniziasse a lavorare in maniera trasparente, rispettosa di quelli che sono i meccanismi interni al partito”. Lo afferma il segretario del Pd Marco Giobbi, in risposta al duro attacco giunto dallo sfidante al congresso Andrea Manfroni.


In occasione della prima Unione Comunale del nuovo corso, i delegati del candidato sconfitto non sono entrati in sala, rifiutando di partecipare all’assemblea.

“Vanno messe da parte le discussioni passate e le legittime aspirazioni personali – predica Giobbi – bisogna guardare al bene del partito. Va cambiata la nostra narrazione e come vogliamo uscire all’esterno. Queste nostre divisioni interessano poco alla città, possiamo discuterne dentro le mura della nostra sede. Un partito deve riconoscersi in una serie di regole e metodi”.

Manfroni, battuto per appena 8 voti, pretende un trattamento alla pari. In compenso, Giobbi gli offre la vicesegreteria: “L’altra sera non sono entrati in sala e non è stato possibile far ascoltare loro la mia proposta. Dare la vicesegreteria non significa non riconoscere il ruolo. Ho voluto seguire lo schema del Pd Marche, dove ci sono due vicesegretari, uno di maggioranza e uno di minoranza, a supporto del segretario”.

L’ulteriore apertura riguarderebbe la composizione di un direttivo ad otto, con ugual numero di rappresentanti per parte. “Avremmo un numero equilibrato proprio per sottolineare la necessità di ricomporre il partito. Stiamo affrontando un periodo di declino tangibile e come Pd abbiamo la responsabilità di ricominciare a discutere con le altre forze del centrosinistra per tornare ad essere una guida. Bisogna superare questa fase storica, voltare pagina, andare oltre per tornare a svolgere la nostra funzione. Dobbiamo essere un soggetto aggregante e di confronto. C’è la necessità di fare entrare nel Pd una parte consistente di persone nuove che siano estranee alle diatribe del passato. Vanno cambiati i metodi, serve una squadra di pompieri. Questo ci chiedono gli elettori”.

Manfroni, dal canto suo, non sembra disposto a trattare a determinate condizione e sarebbe addirittura pronto a presentare ricorso contro il risultato del congresso. “Serve la volontà di riconoscere il risultato che, per quanto sia stato vicino a livello di divario, è sempre un risultato valido. Eviterei di arroccarmi. Presentare ricorso è più che legittimo, ma non si presenterebbero le condizioni migliori per ricostruire un dialogo. Si valuti l’opportunità politica di un gesto simile e che messaggio uscirebbe all’esterno. Io lo accetterei, ma sarebbe un danno per i nostri simpatizzanti”.