di Massimo Falcioni
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Se vincerò, la strada sarà quella dell’unità”. Andrea Manfroni lancia la sua candidatura alla guida del Pd sambenedettese puntando là dove il partito in questi ultimi anni ha sempre fallito: la compattezza.
L’appuntamento è fissato per il 12 gennaio, quando l’ex coordinatore del circolo nord sfiderà Marco Giobbi, finora unico outsider in lizza.
“Dobbiamo ripartire dal partito – afferma Manfroni – negli anni abbiamo perso il contatto con la base, con gli iscritti e i simpatizzanti e ci siamo allontanati sempre di più dagli ultimi, dagli operai, dagli operatori sanitari, dalle persone fragili”.
L’obiettivo per la ricostruzione è innanzitutto uno: formare una nuova classe dirigente: “Dobbiamo far crescere i militanti, che saranno i futuri consiglieri comunali, assessori e sindaci. I mezzi possono essere seminari e convegni, oltre ad un processo di circolazione di informazioni all’interno del partito. Il ruolo fondamentale di un segretario è quello di far crescere nuove figure. Ne sono convinto”.
Manfroni è ambizioso e sogna una riconciliazione tra le varie anime: “Se saremo coesi, le altre forze di centrosinistra ci seguiranno. Sarò il segretario di tutti e, in caso di sconfitta, mi auguro che gli altri mi riconoscano come un uomo del Pd e non come avversario. Purtroppo negli ultimi anni è successo proprio questo: chi non la pensava come la segretaria non era degno di stare dentro il Pd. Se eleggeremo un segretario credibile, sarà più facile proporre un progetto per la città. A quel punto, trovare un candidato sindaco non sarebbe complicato”.
A sorpresa spunta l’ipotesi di un gruppo di saggi, da ascoltare e coinvolgere: “Sarà chiamato a darci una mano – spiega Manfroni – il sogno sarebbe rimettere insieme Perazzoli, Gaspari, Emili, Paoletti. Tutti possono essere utili, dobbiamo smetterla con le lotte intestine”.
Non mancano i riferimenti all’avversario: “Giobbi si propone come giovane e accogliamo la sua proposta a braccia aperte. Da maggio diciamo che serve il rinnovamento, ma suo padre Roberto non rappresenta la discontinuità e ha portato nel 2021 il Pd al 7%. Inoltre, va bene essere giovani, ma serve esperienza. Devi essere conosciuto e devi conoscere la città”.
Sul fronte programmatico, Manfroni cita a più riprese l’Europa. “E’ fondamentale perché è da lì che arrivano gli input per chiedere e ottenere dei finanziamenti. E’ inutile parlare di arretramento della A14 e della ferrovia se non abbiamo progetti che ci possano consentire di intercettare dei fondi. Ed è pure inutile scrivere un libro dei sogni se non sai dove attingere i soldi. Per questo reputo doverosa la riattivazione e il potenziamento dello Sportello Europa”.
Ambiente, verde e transizione ecologica sono le parole chiave: “Bisogna indirizzarsi verso l’uso di biciclette e mezzi pubblici elettrici. Per l’Albula penso ad una rinaturalizzazione morbida dell’alveo, con la rimozione del cemento e piantumazioni idonee”. Ed ancora: “Bisogna spingere su competitività, cultura, turismo – magari studiando forme di incentivazione alla ristrutturazione e realizzazione di strutture turistico-ricettive più moderne – inclusione e coesione sociale. Vanno garantiti servizi sanitari efficienti ed accessibili a tutti”.
La mozione di Manfroni, ‘Costruttori di politica’, è sostenuta da tutto il circolo nord, ma non solo. “Andrea è appoggiato anche da altri, ci tengo a sottolinearlo – osserva Elio Costantini – tante persone che non facevano più politiche si sono riavvicinate. E non è nemmeno vero che noi non sponsorizziamo il rinnovamento. Spingiamo per il cambiamento equilibrato, che tenga conto di tutte le anime.