SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Noto imprenditore turistico sambenedettese, Marco Calvaresi cosa le piacerebbe per la sua città?
Nella mia città dovrebbero volersi più bene. Nel nostro territorio la qualità della vita è eccezionale, in molti vorrebbero venire a viverci. Ma l’unica cosa che abbiamo è un provincialismo esasperante, e questo non permette di far crescere e sviluppare la città: bisogna continuare a salvaguardare la tradizione, ma è importante che ci siano anche innovazione e progettazione.
A San Benedetto è titolare di uno chalet e una struttura ricettiva. Che momento sta vivendo il settore?
Il nostro settore, tra i più importanti per San Benedetto, sta subendo una sorta di ritardo per quanto concerne l’ambito balneare. Ritengo che l’ombrellone sia il nostro prodotto turistico per antonomasia e non la singola attività. La maggior criticità per i balneari deriva dalla Bolkestein: spero che si arrivi ad una definizione della questione perché dà troppo tempo e gli investimenti, e più in generale il comparto, sono fermi. Diverso, invece, per quanto riguarda gli alberghi dove la mancanza di passaggio generazionale, e la scarsa redditività, dovuta ad una stagione breve, fanno sì che sia più redditizio trasformarli in residence e appartamenti. Questo anche per la grande richiesta di alloggi. Non è difficile immaginare che per il San Benedetto il futuro sia più orientato verso il settore immobiliare, residenziale piuttosto che turistico.
Che cosa si augura per i prossimi mesi e dunque per la prossima stagione turistica?
Spero che la stagione turistica sia più tranquilla e regolamentata rispetto a quella che abbiamo registrato negli ultimi due anni, quando abbiamo tolto gli ombrelloni ad agosto facendo terminare la stagione prima che si trovasse un accordo. Oltretutto non è stato facile spiegare ai clienti tutta la situazione.
Nel suo lavoro qual è stato il momento più difficile da superare?
Sicuramente il periodo più complicato è stato quello legato alla pandemia da Covid-19. Le attività dovevano restare chiuse, ma nel frattempo dovevamo rispondere a delle scadenze, come mutui e utenze. Non è stato facile far fronte a questa situazione.
Dal 2004 al 2010 è stato presidente della Sezione industria alberghiera di Confindustria Ascoli Piceno. Molte le iniziative realizzate durante questo periodo, delle quali va più orgoglioso?
Un periodo di grande crescita che ricordo con molto piacere. Tra i momenti di cui vado maggiormente fiero c’è quello in cui ricoprivo il ruolo di consigliere d’amministrazione all’interno della Fondazione Carisap per il Caffè storico Meletti. Bisognava realizzare un montacarichi per trasportare le pietanze dalla cucina al ristorante che si trovava al piano di sopra e volevano farlo in modo tale che attraversasse l’ufficio del fondatore Silvio: questa scelta mi sembrava blasfema, così consigliai di utilizzare l’ascensore di servizio. Insomma la stanza e la scrivania vennero risparmiati.
Dal 2011 al 2016 è stato anche presidente del Consiglio Comunale. Come ha vissuto quel periodo?
Un periodo molto costruttivo, ma anche difficile. La mia finalità era operare per il bene della città, ma come spesso accade in queste circostanze conobbi invidie, cattiverie e gelosie, da parte di alcune persone, che in qualche modo si ripercuotevano anche sulla mia famiglia. Di questo periodo, comunque, rimane una conoscenza della città a 360° e sono fiero di aver fatto questa esperienza perché come dice papa Francesco: “E’ una sorta di carità”. Tra le persone molto competenti e capaci ricordo con molto piacere il sindaco di allora Giovanni Gaspari, Loredana Emili e il caro Luca Vignoli venuto a mancare troppo presto.
Nel corso degli anni ha ricoperto diversi incarichi, tra i quali presidente del Consorzio Turistico Riviera delle Palme e della Consulta turismo di Confindustria Marche realizzando progetti, manifestazioni, appuntamenti fieristici volti a promuovere San Benedetto. Oggi ha deciso di non ricoprire più nessun incarico, perché?
Non mi è stato proposto alcun incarico interessante, se non legato alla politica e attualmente preferisco astenermi. Naturalmente sono disposto a contribuire a qualsiasi progetto che metta insieme territorio e turismo, un connubio in grado di essere il volano economico del Piceno, e non solo d’estate.