spadu top
martedì 8 Ottobre 2024
Ultimo aggiornamento 04:45
martedì 8 Ottobre 2024
Ultimo aggiornamento 04:45
Cerca

PAUSA CAFFE’ | Francesca Biancifiori, presidente di Giustizia Donna: “Ha 16 anni la più giovane donna che si è rivolta a noi”

L’avvocato familiarista: “Ho sempre avuto il desiderio di aiutare chi è in difficoltà. Amo correre la mattina all’alba sul lungomare di San Benedetto”
Pubblicato il 31 Maggio 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Avvocato Francesca Biancifiori da anni si occupa di diritto di famiglia e tutela dei minori, c’è stato un caso che l’ha particolarmente colpita?

Da diverso tempo mi occupo di problematiche connesse alla crisi familiare: ogni donna che mi chiede di assisterla ha sempre una situazione complessa e delicata. Ricordo in particolare il caso di una mia assistita che per anni ha subito violenza fisica, psicologica e verbale da parte del coniuge, con forti tratti narcisistici. Era incapace sia di riconoscere a pieno la violenza, nonché di fuoriuscire dal ciclo dei maltrattamenti a causa del forte stato di sottomissione e soggezione creato ad arte, nei corsi degli anni, dal partner violento. Violenza agita per di più in presenza della figlia minore con tutte le conseguenze del caso. Ripeto sempre alle mie assistite che è come se si trovassero a vivere sospese, all’interno di una bolla, incapaci di percepire il contatto con la realtà esterna. Ciò che mi colpisce sempre in questi casi è la convinzione che le vittime maturano, a causa delle violenze subite, di non riuscire a vivere senza il maltrattante, di non farcela ad andare avanti da sole, oltre alla preminente paura di perdere i figli.

Lei è anche presidente dell’associazione Giustizia Donna. Con l’avvento del Codice Rosso cosa è cambiato nelle donne, hanno una percezione diversa della violenza subita?

Dalla Convenzione di Istanbul del 2011, la normativa italiana ha messo in atto numerose innovazioni e modifiche per rendere sempre più concreta la tutela delle donne vittime di violenza. La legge n.69 del 2019, meglio nota come Codice Rosso, ha modificato la normativa previgente in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere con l’obiettivo di concretizzare una protezione più ampia ed efficace, in sintesi una corsia preferenziale. In questo modo le donne che subiscono violenza così come i loro figli percepiscono una maggior tutela garantita dal Codice Rosso anche se la paura di perdere i figli e le minacce del maltrattante ostacolano ancora fortemente la scelta di denunciare. Sicuramente per far fronte a questa emergenza sociale occorre un importante potenziamento di risorse e personale.

Quanti anni ha la donna più giovane che si è rivolta al vostro Sportello (presso lo storico edificio dell’Istituto Santa Gemma, in Via Serafino Voltattorni al Paese alto di San Benedetto)?

La donna più giovane che si è rivolta allo sportello Giustizia Donna è una minorenne di anni 16 che per anni ha subito violenza fisica agita da un parente. Naturalmente è stata immediatamente allontanata dalla casa familiare e collocata in una struttura protetta. Lo Sportello ha accolto molte donne negli ultimi due anni, più o meno giovani, con o senza figli, native o migranti. Le operatrici addette all’accoglienza sono psicologhe formate a trattare la violenza maschile contro le donne e i minori. Inoltre le vittime ricevono sostegno psicologico e tutela legale indispensabili per fuoriuscire dal ciclo della violenza. Non mi stancherò mai di ripetere che uscirne si può: è difficile ma non impossibile.

Lei è anche mamma. Quanto è importante educare i giovani al rispetto dell’altro per fare il modo che il fenomeno della violenza di genere possa affievolirsi?

 Si, sono mamma di Alessandro di anni 15 e di Alberto di anni 13 e ritengo che educare i giovani al rispetto dell’altro sia fondamentale per prevenire e contrastare questo grave fenomeno socio-culturale. E’ indispensabile un cambiamento. Difatti, anche alla luce della sempre più discussa necessità di intervenire in modo preventivo iniziando dai più giovani, al fine di dare strumenti per sviluppare la cosiddetta educazione all’affettività, all’intelligenza emotiva a partire dalla consapevolezza delle proprie sensazioni, emozioni e sentimenti con l’obiettivo di favorire una buona relazione interpersonale, periodicamente Giustizia donna si reca nelle scuole, organizzando eventi formativi di sensibilizzazione e divulgazione.

Lei è avvocato cassazionista esperto in diritto di famiglia e tutela dei minori. Già da giovanissima aveva ben chiaro quella che sarebbe stata la sua professione?

Sin da giovanissima ho sempre avuto il desiderio di poter fare qualcosa per gli altri, aiutare le persone in difficoltà sostenendole nella risoluzione dei problemi. Oltre ad essere una persona fortemente empatica, e questa è una caratteristica fondamentale per un avvocato familiarista, oltre ad una forte tenace, ho sempre avuto un forte senso di giustizia, e questa è la ragione principale per cui ho deciso di occuparmi di diritto di famiglia.

Quando chiude la porta del suo studio cosa le piace fare?

Amo trascorrere del tempo con la mia famiglia, i miei figli e mio marito, anche semplicemente facendo una passeggiata in bicicletta. Inoltre mi piace correre sul lungomare di San Benedetto, soprattutto la mattina presto, sia in inverno che in estate, e poi amo viaggiare e la compagnia, ma anche la solitudine. E tutto ciò con la medesima passione che metto nella mia professione.

coal
garofano
jako
new edil
fiora
marina 250

TI CONSIGLIAMO NOI…