di Emidio Lattanzi
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Nelle ultime ore ha destato preoccupazione nella comunità il post Facebook del Professor Salomone Di Saverio, Primario di Chirurgia dell’ospedale Madonna del Soccorso.
Il messaggio recitava: “Ho deciso che valuterò offerte alternative all’attuale lavoro perché non ravvedo condizioni soddisfacenti per rimanere”. Un’affermazione che ha innescato un’ondata di reazioni nella comunità locale, dove Di Saverio è estremamente stimato e benvoluto. La notizia ha sollevato interrogativi sulla continuità della sua presenza nel territorio. Abbiamo dunque contattato il Professor Di Saverio per fare chiarezza su quanto accaduto. Anche perché dopo quel post è stato subissato da telefonate e messaggi che ha visto soltanto nella tarda serata di ieri dal momento che ha dovuto gestire, inseme alla suq equipe, un’emergenza in sala operatoria che lo ha tenuto in ospedale fino a tarda serata.
“Non credo di aver detto nulla di assurdo” — spiega Di Saverio, quasi sorpreso dall’eco che le sue parole hanno avuto — “Ho fatto un post sul mio profilo social personale, per condividere una mia riflessione con qualche collega, e non pensavo che la cosa avrebbe creato tanti problemi. Di richieste, in questi anni, ne ho ricevute tante, e ho sempre detto di no. Ho persino rinunciato alla cattedra da professore associato del Dipartimento di Chirurgia “Paride Stefanini” all’Università La Sapienza di Roma al Policlinico Umberto I con tanto di Pec ufficiale inviata nel dicembre 2022 e non ho preso in considerazione numerose offerte per svariati incarichi, sia in Italia che all’estero”.
Di Saverio, che effettivamente con il suo post su Facebook, ha suscitato numerose reazioni tra alcuni illustri colleghi come il professor Marco Scarci dell’University College a Londra, che lo hanno invitato a tornare. Il professore ad ogni buon conto sottolinea che il suo percorso di questi tre anni passati a San Benedetto è stato caratterizzato da una forte fedeltà al territorio, e il messaggio pubblicato non è stato altro che un segno di riflessione su un sistema che, a suo dire, deve migliorare ulteriormente se vuole trattenere i migliori talenti.
Quando chiediamo perché abbia scelto di condividere quel pensiero, il Primario tiene a precisare il contesto in cui è maturata la sua riflessione. “Va premesso che all’AST di Ascoli Piceno ho trovato altissime professionalità. Se sono riuscito a fare degli interventi di elevata complessità tecnica e di alta chirurgia oncologica addominale, è anche grazie all’ottima rianimazione che abbiamo e alla dottoressa Principi, con la quale abbiamo eseguito interventi particolarmente complessi. E poi c’è il contributo fondamentale del dottor Antonini, della dottoressa Sorge, del dottor Rasetti, del reparto di Geriatria del dottor Pietro Infriccioli, del reparto di cardiologia, della radiologia e della radiologia interventistica entrambe dirette dal dottor D’Emidio, dell’anatomia patologica del dottor Collina, della farmacia, e dell’eccellente blocco operatorio”.
Il Professor Di Saverio elogia dunque il livello delle professionalità presenti nell’ospedale, ma evidenzia che le potenzialità presenti devono essere pienamente sfruttate. Spera in una maggiore sinergia tra tutti i servizi e reparti, per garantire una crescita complessiva dell’ospedale di San Benedetto e della sanità picena in generale. “Il mio auspicio è quello di una crescita anche sotto il profilo delle strumentazioni che vengono messe a disposizione di tutte queste professionalità per una crescita sia sotto il profilo della multidisciplinarità e delle strumentazioni”, afferma.
L’esternazione del primario, dunque, non è una minaccia, ma piuttosto un’incitazione al miglioramento, uno stimolo a non accontentarsi dei risultati raggiunti. “Ho sempre pensato che sarei rimasto qui, a prescindere. Ma se non vedo crescita in questi termini, farei quello che chiunque altro al mio posto farebbe: valuterei altre possibilità”, conclude.
Il post del professor Di Saverio ha anche portato alla luce il modo in cui la sanità marchigiana viene percepita in altre aree d’Italia. Alcuni colleghi del chirurgo hanno commentato in modo poco lusinghiero la situazione della sanità nel centro-sud Italia, spesso sottolineando i limiti delle strutture e delle risorse disponibili. Tuttavia, il professore desidera sfatare questi luoghi comuni. Dalle sue parole emerge la volontà di cambiare questa percezione, mostrando che anche in territori meno blasonati possono esistere eccellenze e opportunità di crescita.
Le parole del Primario Di Saverio sono una chiara chiamata all’azione, non solo per i colleghi e il personale sanitario, ma anche per le istituzioni locali. Serve un impegno concreto per migliorare le risorse disponibili e per migliorare sia le interazioni intraospedaliere che le interazioni tra ospedale e territorio e garantire che il personale medico possa lavorare nelle migliori condizioni possibili, sia in termini di tecnologie sia di collaborazione tra reparti. La sua presenza sul territorio è un patrimonio da non disperdere, e la comunità, profondamente affezionata e grata al suo contributo, spera che il grido del Primario non cada nel vuoto.
Di Saverio tiene alla crescita della comunità e della sanità locale come dimostra la sua rinuncia a offerte prestigiose. ha sempre anteposto il bene del paziente e della comunità alla propria carriera personale.