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Omicidio di San Benedetto, la vittima già sotto processo per tentato omicidio. L’amico riportato dai carabinieri sulla scena del crimine

I due avevano trascorso 14 mesi in carcere e due mesi agli arresti domiciliari prima di ottenere la revoca della misura cautelare
Pubblicato il 17 Marzo 2025



Le indagini sull’omicidio di Amir Benkharbouch, il 24enne accoltellato a morte nella notte tra sabato e domenica sul lungomare Nord di San Benedetto del Tronto, proseguono senza sosta. Ieri sera uno degli arrestati, D.R.R., 23enne di origine rumena e amico della vittima, è stato trasportato in carcere.

Nelle ore precedenti i carabinieri lo avevano portato nuovamente sulla scena del crimine per descrivere al procuratore e agli investigatori la dinamica dei fatti.

La tragedia ha scosso profondamente Giulianova, città in cui Amir era nato e cresciuto. Dallo stesso comune provengono anche i due amici rimasti feriti durante la rissa, mentre un terzo giovane, coinvolto nello scontro, è residente a Grottammare e si trova all’ospedale Torrette di Ancona in gravi condizioni.

Le indagini hanno portato all’arresto di tre persone, sulle quali la Procura di Ascoli Piceno contesta a vario titolo i reati di rissa aggravata, omicidio, tentato omicidio e lesioni.

Il passato giudiziario della vittima e dei suoi amici

Amir Benkharbouch e il suo amico D.R.R. erano già noti alle forze dell’ordine. Entrambi erano imputati in un processo per tentato omicidio, che avrebbe dovuto concludersi giovedì a Teramo.

I due erano stati arrestati il 30 agosto 2023 per aver accoltellato il titolare di un pub di Giulianova nella notte del 19 agosto 2023. Secondo la ricostruzione iniziale, la lite era scoppiata perché il proprietario del locale aveva chiesto a un gruppo di giovani, tra cui gli imputati, di non gettare bicchieri per terra. La reazione sarebbe stata violenta: spray al peperoncino in volto, pugni e infine l’uso di un coltello.

Successivamente, però, nel corso del processo, un testimone ha dichiarato che l’aggressione sarebbe stata scatenata da insulti razziali rivolti ad Amir come riporta il Corriere Adriatico. Le ferite riportate dal titolare del pub, sebbene gravi, non avevano compromesso organi vitali e non erano potenzialmente letali.

Amir e D.R.R. avevano trascorso 14 mesi in carcere e due mesi agli arresti domiciliari prima che, a febbraio, i loro legali Federica Di Nicola e Francesco Gozzi ottenessero la revoca della misura cautelare. Tuttavia, Benkharbouch era ancora sottoposto a Daspo urbano, che gli impediva di frequentare i locali della provincia di Teramo.

Proprio per questo motivo, Amir e i suoi amici avrebbero deciso di trascorrere la serata a San Benedetto del Tronto, dove poi la situazione è precipitata.

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