SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Il grido di dolore del sindaco Spazzafumo è lo stesso di tante altre comunità della costa a cui né la politica nazionale né quella regionale riescono, e forse neppure vogliono, dare risposta. Che la riviera adriatica, specialmente nel sud delle Marche, sia diventata negli ultimi anni una sorta di Far West è un dato talmente evidente che ormai solo i fatti di sangue più gravi, come quello accaduto sabato a San Benedetto del Tronto, fanno notizia”. A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti, già autore durante questa legislatura di numerose interrogazioni, mozioni e proposte di legge sui problemi della sicurezza e dell’ordine pubblico che interessano le province del sud delle Marche.
“La verità – prosegue – è che in queste zone la criminalità è diventata un fenomeno endemico, radicatosi grazie al senso di impunità di cui possono godere i delinquenti grazie al lassismo delle istituzioni che hanno lasciato e continuano a lasciare sole le forze dell’ordine e i cittadini per bene”.
Il consigliere regionale chiama in causa la presidente del Consiglio e il capo del Viminale: “L’atteggiamento del governo e in particolare del ministro Piantedosi è offensivo nei confronti delle Marche e delle sue istituzioni. In questi anni, ho criticato molte volte il presidente Acquaroli e la sua giunta per aver fatto poco o nulla a fronte di proposte da me presentate in consiglio regionale e approvate all’unanimità dall’aula, a partire dalla urgente necessità di potenziare gli organici di polizia. Però trovo che Piantedosi sia stia comportando in maniera irrispettosa nei confronti del presidente. Sono ormai passate quasi due settimane da quando i due si sono incontrati a Roma e, a tutt’oggi, il ministro non si è ancora degnato di fissare una visita nei comuni marchigiani più colpiti dalla piaga della criminalità, come richiesto dallo stesso Acquaroli”.
“Questo comportamento – continua il consigliere del Pd – è gravissimo e la dice lunga sull’indifferenza con cui il governo Meloni guarda ai nostri territori e soprattutto alle questioni della sicurezza, che evidentemente rappresentano per la destra un argomento buono da agitare solo in campagna elettorale. Tuttavia, devo dire che il comportamento di Piantedosi non mi sorprende, visto che lo scorso novembre, nei giorni stessi in cui il ministero dell’Interno pubblicava i dati drammatici sui delitti commessi nella provincia di Fermo, egli, che pur si trovava ad Ancona, ben si è guardato di incontrare le autorità fermane come il prefetto o il questore per ricevere ragguagli in merito”.
Sull’omicidio avvenuto all’alba di domenica si è espresso anche il Pd rivierasco: “L’unico punto fermo che abbiamo al momento è che un ragazzo ha perso la vita e altri sono gravemente feriti; a questo genere di violenza vanno date risposte concrete, affrontando la questione in modo informato e in profondità, superando facili quanto vuoti appelli securitari. Di fronte ad un’amministrazione che ha pensato di trovare risposta attraverso ordinanze che banalizzano la questione sicurezza riducendo il tutto al tema alcol, droga e movida, il Pd richiede un cambio di rotta. Serve un’attenta riflessione all’interno dei soggetti politici di San Benedetto, soprattutto all’interno dell’amministrazione comunale. Ci spenderemo affinché si inizino ad affrontare nel modo corretto le questioni legate alla sicurezza e ai fenomeni giovanili andando oltre le facili risposte di pancia”.