SAN BENEDETTO DEL TRONTO. F.D.S., 20 anni, e D.R.R., 23 anni, entrambi di Giulianova (TE), si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip del Tribunale di Ascoli Piceno, Angela Miccoli. I due giovani, attualmente detenuti nel carcere di Ascoli Piceno, sono accusati di essere coinvolti nella rissa avvenuta domenica scorsa a San Benedetto del Tronto, durante la quale è stato ucciso a coltellate Amir Benkharbouch, 24 anni, anch’egli residente a Giulianova.
L’udienza si è svolta in videoconferenza dal carcere e il giudice ha convalidato gli arresti operati in flagranza di reato dai carabinieri, riservandosi sulla conferma della custodia cautelare in carcere, richiesta dalla Procura di Ascoli Piceno per entrambi gli indagati.
L’avvocato Luigi Gialluca, difensore di F.D.S., ha spiegato la scelta del silenzio: «Il mio assistito è accusato dell’omicidio di Benkharbouch e del tentato omicidio di D.S. (il giovane di Grottammare operato all’ospedale di Torrette di Ancona, anch’egli indagato per rissa aggravata). Abbiamo deciso di non fare dichiarazioni perché non siamo certi che la prima ricostruzione fatta in ospedale dal ragazzo corrisponda alla verità dei fatti. Lui si è assunto la responsabilità del colpo inferto a Benkharbouch, spiegando che è avvenuto per sbaglio, nella concitazione».
L’avvocato ha poi aggiunto che vi sono incongruenze nel racconto e nella dinamica del delitto: «Voglio prima visionare le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza, tenuto conto anche del fatto che, quando è stato sentito, il mio assistito era sotto terapia farmacologica ed è un soggetto con problemi di autostima».
F.D.S. è indagato anche per rissa aggravata e porto in luogo pubblico di arma da taglio. Reati che vengono contestati anche a D.R.R., accusato inoltre del tentato omicidio di D.S. e di H.N., 29 anni di Grottammare, quest’ultimo anch’egli indagato per rissa aggravata e rimasto gravemente ferito nell’aggressione.
Anche D.R.R. ha scelto di non rispondere davanti al gip. Il suo avvocato, Francesco Gozzi, ha commentato così la decisione del suo assistito: «Il mio assistito è ancora molto scosso per la morte di Benkharbouch, a cui era legatissimo, e non è ora in grado di riferire con lucidità come sono andate le cose domenica mattina».
L’avvocato ha inoltre sottolineato l’importanza delle immagini di videosorveglianza nel chiarire le dinamiche dello scontro: «La zona è ampiamente coperta da telecamere di sicurezza, le cui riprese video aiuteranno a definire ruoli e responsabilità di ognuno, in un contesto al momento ancora confuso».
Mentre la giustizia segue il suo corso, le indagini continuano per chiarire il ruolo preciso di ciascun coinvolto nella rissa che ha sconvolto San Benedetto del Tronto.