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Nuove regole per il fermo pesca, l’Unci: «Svolta attesa per la filiera ittica»

Il decreto introduce un sistema di calcolo basato sul reale sforzo di pesca. Scognamiglio: «Risposte importanti alle richieste della categoria»
Pubblicato il 25 Marzo 2025



Un cambio di rotta che potrebbe segnare una svolta per il comparto della pesca. Con il nuovo decreto sul fermo pesca, firmato dal ministro Francesco Lollobrigida, arriva un’attesa riforma del sistema di gestione, accolta con favore dal presidente nazionale dell’Unci AgroAlimentare, Gennaro Scognamiglio.

«Sul fermo pesca registriamo un importante cambio di passo, con il nuovo decreto firmato dal ministro Lollobrigida, che recepisce le istanze della categoria, negli ultimi anni fortemente penalizzata da un meccanismo iniquo e che non teneva conto delle difficoltà del settore e delle modalità con cui si svolge l’attività in mare», ha dichiarato Scognamiglio, sottolineando l’impatto positivo della misura.

Il provvedimento per il 2025, approvato di recente, riorganizza l’intero sistema, introducendo un metodo innovativo di conteggio dello sforzo di pesca. La novità più rilevante riguarda il calcolo dei tempi di attività: saranno considerati solo quelli effettivamente impiegati nella pesca, escludendo i tragitti dal porto alle aree di prelievo. Una modifica che punta anche a migliorare la sicurezza dei pescherecci, spesso spinti in passato a forzare i tempi di navigazione.

Scognamiglio ha ricordato che il decreto si inserisce nel solco già tracciato da quello sperimentale dello scorso anno, che prevedeva una maggiore flessibilità operativa, permettendo ai lavoratori di adattare i giorni di fermo alle condizioni meteorologiche e alla disponibilità del personale, incluso il lavoro durante il fine settimana.

«Diamo atto, pertanto, al titolare del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e al sottosegretario di Stato, Patrizio Giacomo La Pietra, di aver promosso un proficuo dialogo con lavoratori, imprese e associazioni del comparto, dimostrando grande attenzione nei confronti di un’attività significativa per l’economia e per l’autosufficienza alimentare del Paese e dell’Europa», ha aggiunto.

«Con il decreto si concretizza una nuova tappa del percorso di valorizzazione e di rilancio della filiera ittica, con l’obiettivo di imprimere una svolta definitiva alle politiche della pesca di Bruxelles», ha concluso Scognamiglio, evidenziando la portata strategica della nuova misura per il futuro del settore.