SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Gli effetti problematici della legge Nordio si stanno già manifestando in modo evidente. Nonostante i ripetuti avvertimenti del Movimento 5 Stelle e di autorevoli magistrati, il Governo ha scelto di approvare una riforma della giustizia che compromette la sicurezza e i diritti delle vittime”.
Lo dichiarano in una nota l’on. Giorgio Fede e il sen. Roberto Cataldi, commentando la notizia della fuga di un 37enne di origine tunisina, considerato dalla Procura di Ascoli Piceno il gestore di un’importante rete di traffico di eroina. Nei confronti dell’uomo era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ma, dopo essere stato convocato per un interrogatorio, si è reso irreperibile.
“Era un rischio facilmente prevedibile – sottolineano Fede e Cataldi – e questa legge potrebbe aprire le porte a una vera emergenza. Prevedere l’avviso di arresto e l’interrogatorio preventivo non solo espone il sistema giudiziario al rischio di fughe e inquinamenti delle prove, ma rappresenta anche un’umiliazione per le vittime dei reati. In questo modo, si crea un terreno fertile per minacce ai testimoni e gravi ostacoli alla giustizia”.
Fede e Cataldi criticano anche le recenti dichiarazioni della presidente Meloni, evidenziando che “non è coerente parlare di lotta alla mafia se poi si approvano riforme che indeboliscono così drasticamente il sistema di contrasto ai reati. Questo episodio è solo uno dei tanti preoccupanti segnali di un dilettantismo giuridico e di una deriva del sistema giudiziario già dimostrata, per altro, con l’abolizione del reato di abuso d’ufficio e la concessione di benefici per i corrotti che non collaborano. È urgente intervenire con un nuovo provvedimento per correggere questa riforma scellerata e ripristinare un equilibrio che garantisca la sicurezza dei cittadini e il rispetto della legalità”, concludono.