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Mudimbi: “A San Benedetto sono stato per anni l’unico bimbo mulatto. Di congolese ho solo la tintarella”

Alla vigilia dell'esordio a Sanremo, il rapper sambenedettese si racconta: "A volte mi sembra di essere come Celentano in Bingo Bongo"
Pubblicato il 7 Febbraio 2018

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Cresce l’attesa in vista di giovedì, quando Michel Mudimbi si esibirà al Festival di Sanremo. La sua esibizione è prevista in apertura, nel blocco iniziale di mezzora dedicato esclusivamente alla gara delle Nuove Proposte.

Nel frattempo, il rapper sambenedettese si gode l’inaspettata popolarità, alimentata da un’amicizia speciale stretta con Orietta Berti, sua sostenitrice che ha assai gradito la citazione all’interno del brano “Il mago”, in corsa per la vittoria finale.
Intervistato da “La Stampa”, Mudimbi ha raccontato dei suoi inizi, del sogno della musica inseguito con tenacia e del problema della discriminazione.

“Ultimamente le seconde generazioni vanno molto di moda, diciamo così, e quindi si tende a farmi passare per italo-congolese quando in realtà di congolese, a parte la tintarella, ho ben poco. A volte mi sembra di essere come Celentano in Bingo Bongo. Sento di ritrovarmi in un ruolo che non è il mio. E questa cosa mi fa sorridere […] Siamo leggermente in ritardo rispetto ad altre nazioni per quanto riguarda la mescolanza di culture. Quando sono nato io, a San Benedetto ero l’unico bambino mulatto e lo sono stato per anni. Adesso, invece, ci sono molte seconde generazioni”.

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