“Siamo grati a tutti i Parlamentari per l’attenzione e la sensibilità che hanno espresso verso i familiari delle vittime del Moby Prince e per il richiamo alla necessità di coltivare la memoria di una strage di cui, a distanza di 30 anni, ancora nessuno è stato chiamato a rispondere”. Lo scrivono Loris Rispoli e Luchino Chessa, presidenti rispettivamente del Comitato 140 e dell’associazione 10 aprile. “Ringraziamo tutti gli esponenti delle Istituzioni che, appresa la recente notizia del rigetto della nostra domanda da parte del Tribunale civile di Firenze, si sono impegnati a sostenere ogni iniziativa utile all’accertamento dei fatti e delle responsabilità. In questi lunghi anni noi familiari delle vittime abbiamo sostenuto una lunga, dolorosa ed estenuante battaglia nelle aule giudiziarie, nel tentativo e con la speranza che le inchieste della magistratura potessero accertare quanto accaduto quella terribile notte ed individuare e condannare i responsabili di quella strage. Abbiamo fatto tutto quanto nelle nostre possibilità anche per non disperdere la memoria di quel tragico evento, partecipando ed organizzando iniziative di sensibilizzazione e di informazione. Abbiamo sollecitato un’iniziativa parlamentare e la nostra richiesta è stata finalmente raccolta da quei parlamentari che si sono fatti promotori della istituzione della Commissione Parlamentare di inchiesta che ha svolto un lavoro importantissimo e che ha individuato precise e gravissime responsabilità per quanto accaduto ai nostri familiari”.
Proseguono: “Abbiamo fatto tutto questo e continueremo a farlo non certo per ottenere un risarcimento materiale dei danni, ma solo perché la mancanza di giustizia è per noi intollerabile ed inaccettabile. Ciò che ci ha spinto a promuovere la causa civile davanti al Tribunale di Firenze dopo il deposito della Relazione conclusiva da parte della Commissione Parlamentare di inchiesta, non è stata l’intenzione di ottenere un risarcimento dei danni, ma quella di ottenere, finalmente, il riconoscimento in una sede giudiziaria delle gravissime responsabilità della Capitaneria di Porto di Livorno per non avere garantito la sicurezza della navigazione all’interno della rada del Porto di Livorno e per l’assenza di soccorso al traghetto Moby Prince”.