SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Sarà protagonista solitario sul palco del Concordia, venerdì sera, dove metterà in piedi un monologo contro la guerra e per un mondo nuovo. Lo spettacolo si intitola “E tu che fai?” e al centro dei riflettori ci sarà Michele Santoro.
“È un discorso che parte dall’importanza che sta assumendo la guerra in Ucraina. Un modo per disegnare il mondo di oggi e lasciare intravedere un mondo che non c’è e che ci potrebbe essere”, racconta Santoro a La Nuova Riviera.
“La situazione rispetto ad un anno e mezzo fa si è molto evoluta, stiamo entrando in una fase di ecocidio, nel senso che siamo alla distruzione totale dell’ambiente. I morti sono diventati centinaia di migliaia e non si vede l’alba. Se dovesse passare anche l’estate senza la risoluzione con una vittoria di uno dei due contendenti, la guerra entrerebbe in un’altra fase, quella di una lunghissima stagnazione. Ciò sarebbe devastante per l’Ucraina, ma anche per l’Europa”.
Al Concordia non ci saranno ospiti, filmati a supporto o collegamenti. Santoro porterà avanti in autonomia le sue argomentazioni, così come sta facendo da mesi in televisione e in rete. “Penso che ci sia stato un cambio di opinione tra gli italiani, non si vede la luce della speranza, qualcuno stupidamente può pensare che vale la pena accentuare l’intervento bellico. Io, al contrario, credo che la vera soluzione la si possa trovare e debba essere uno scenario senza vincitori. La vittoria di uno dei due contendenti porterebbe con sé delle conseguenze molto gravi. Qualora vincesse la Russia, sarebbe la fine del sogno di indipendenza dell’Ucraina. Se invece trionfasse l’Ucraina, si aprirebbe una crisi in Russia talmente grave che porterebbe all’esplosione di altri conflitti”.
Con l’estate e la voglia di vacanze, il timore è che l’attenzione di media e opinione pubblica sul conflitto possa dissiparsi. “Non vorrei che la situazione precipitasse a tal punto che la gente fosse costretta ad occuparsi della guerra durante le vacanze – ribatte Santoro – non sappiamo quali scenari si proporranno nel prossimo futuro. Potremmo avere una stagnazione della guerra, o una accelerazione. Ma la mia analisi non sarà su questo tema, bensì sugli effetti che sta avendo la guerra sull’economia e sull’organizzazione del potere che si sta prefigurando in Europa.
Santoro si riaffaccerà a San Benedetto trentadue anni dopo la storica puntata di Samarcanda dedicata alla decisione del Ministero della Salute di allora di etichettare come inquinato il mare marchigiano, da Porto Sant’Elpidio in giù. La storia avrebbe poi collocato l’episodio nella lunga lista degli equivoci. I meri limiti di trasparenza, provocati dal fondale sabbioso, vennero infatti abbinati a ben altri parametri negativi, causati in altre zone dal malfunzionamento delle fogne e all’assenza dei depuratori.
“Ricordo benissimo quella serata – confida Santoro – fu molto divertente, decisamente meno per l’economia sambenedettese di quel momento. ci fu una grande partecipazione popolare. Alcune persone bevvero l’acqua del mare. Fu una puntata decisamente spettacolare, coinvolgente e poco usuale”.