di Davide Balestra
Emozione e tanta gioia in volto. «Oggi la Sambenedettese compie 102 anni ma io ne ho vissuti più della metà con lei», si presenta così il presidente Vittorio Massi nel giorno del compleanno della sua società. Il numero uno, intervenuto durante la trasmissione ‘Buongiorno Regione’ a RAI3, ha parlato del momento che sta vivendo la squadra, sempre più vicina al ritorno nel professionismo. «La città vive questo momento con tensione. Pensiamo solo alla partita contro il Sora, senza nascondere che guardiamo al risultato di Teramo, di cosa farà a Recanati».
I rossoblù sono diventati un ‘caso’ a livello nazionale. Vedasi gli oltre 10.000 spettatori presenti contro il Chieti. Un record per la Serie D 2024/25. «La Sambenedettese è un qualcosa di ben diverso da tutto il resto. Avere tutta quella gente allo stadio era un sogno, siamo stati bravi a raggiungerlo». Anche perché. «I sambenedettesi hanno una storia importante. Penso al porto, ai pescatori. Svolgono un lavoro duro, sofferente. Ma lo fanno tutti insieme. Gioie e tragedie in mare, vissute sempre in gruppo».
Vittorio Massi festeggia il secondo compleanno da presidente della Sambenedettese. «Quando ti ho presa ero lì, non c’era nessun altro disposto a prenderla. Mi sono sentito ‘in dovere’ di mettermi in moto. Insieme a mio fratello Fausto (vicepresidente, ndr) e ai collaboratori che erano presenti anche nel Porto d’Ascoli. Stiamo raccogliendo i frutti del nostro lavoro ma non abbiamo finito».
La storia della Sambenedettese ha un legame indissolubile con l’ex stadio Ballarin, ormai abbattuto nei mesi scorsi. Ma Massi è lapidario. «Per me no, non è mai stato demolito. Io l’ho vissuto da bambino, lo vede ancora. Nel 1981 abbiamo assistito a una tragedia che portò alla morte di Carla e Maria Teresa, una vicenda presente ancora nei nostri cuori. Io voglio tramandare la storia di questo stadio, i miei figli sanno bene di cosa parlo».