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Lo storico chiosco di piazza della Verdura: “Tanti bambini sono cresciuti coi panini di Camillo”

I ricordi del figlio Fabrizio: "I primi tempi furono difficili e la mattina prima di aprire andava a scaricare la frutta all'ingrosso per trovare le risorse per la famiglia. Poi mio padre divenne uno tra i principali venditori di prosciutto di tutta la zona"
Pubblicato il 22 Febbraio 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Un punto di riferimento per i residenti del centro, ma anche un pezzo di storia dell’intera San Benedetto. Stiamo parlando del chioschetto di piazza Montebello, una volta nota come piazza della Verdura. Pochi metri quadrati, ma ugualmente iconici e rappresentativi di un’epoca passata che in molti oggi ricordano con tenerezza e nostalgia.

A gestire la struttura era Camillo Capriotti. “Lui in realtà era originario di Offida e si trasferì in riviera nel 1963”, racconta il figlio Fabrizio, ex presidente del quartiere Marina Centro e attualmente in carica come consigliere comunale. Per lui e per la sorella Graziella, titolare del “Mercatino della Pizza”che aprì, quasi quarant’anni fa, proprio di fianco al chiosco, è un piacere ricordare la figura del padre. “Quel chiosco era gestito da una zia, Lucia Vallorani, che gli propose di prendere l’attività di generi alimentari. La prima volta che venne a visionarlo si mosse in bicicletta, da Offida a San Benedetto”.

Fu così che Camillo decise di spostarsi dalla campagna alla città. “I primi tempi furono difficili, perché gli incassi erano bassi, e la mattina prima di aprire andava a scaricare la frutta all’ingrosso per trovare le risorse per la famiglia – prosegue Capriotti – poi un po’ alla volta, nel giro di un anno, si fece dei clienti che crebbero sempre di più. E il piccolo genere alimentari diventò un riferimento per tutto il quartiere”.

I prodotti

Acquistare lì significava affidarsi ad alimenti specifici, riconoscibili, capaci di diventare un vero e proprio brand: “Tra i prodotti più venduti c’era la famosa grande mortadella di Camillo, che veniva da Bologna. Senza dimenticare i prosciutti Carpegna, che divenne un fornitore storico. Mio padre divenne uno tra i principali venditori di prosciutto di tutta la zona, il titolare del prosciuttificio non poteva credeva che un piccolo chiosco potesse fare tutte quelle vendite”. Ed ancora, restano indimenticabili panini di Camillo, la rosetta con tonno e carciofini, la barchetta con le alici di Spagna sfuse nei barattoli da 5 chili e le salsicce di Castignano del Conte Recchia.

“Profumi di una volta, ora purtroppo scomparsi. Papà divenne un riferimento, grazie alla sua umanità e gentilezza, tutti i bambini di allora sono cresciuti con i panini di Camillo, il suo chiosco era un punto di ritrovo per le loro mamme e quindi per i figli. Un tempo non c’era la grande distribuzione organizzata. Per tutto il necessario, da queste parti, c’era Camillo”.

Il banco della Verdura

Un ruolo importante, se non fondamentale, lo ricoprì anche la moglie Angela, che a sua volta aprì alla metà degli anni sessanta un banco di frutta e verdura sotto la piazza, proprio di fronte al suo chiosco. “Camillo purtroppo è venuto a mancare nel 1993 all’età di 65 anni, mentre mia madre domenica 25 febbraio ne compirà 84”.

Il casotto ha abbassato le saracinesche da oltre un decennio, con la facciata divenuta un triste deposito di manifesti e annunci. “L’attività è stata ceduta nel 1991 e per circa vent’anni è stata portata avanti dal cugino Pietro Capriotti, dalla moglie Francesca e successivamente dalla figlia Simona”.

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