di Davide Balestra
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. La Recanatese torna allo stadio Riviera delle Palme. E con lei Marco Raparo. I leopardiani, domenica 15 settembre, affronteranno la Sambenedettese di Ottavio Palladini nel match valido per la seconda giornata del campionato di Serie D, girone F.
L’ex rossoblu Raparo, che con la maglia dei rivieraschi ha vinto anche il campionato di Serie D nella stagione 2015/16, ritorna ad affrontare la Sambenedettese in trasferta 1.075 giorni dopo l’ultima volta. In quel frangente, tra le altre cose, il centrocampista 33enne trovò il gol e la Recanatese vinse 4-2.
L’ex rossoblu Raparo, che con la maglia dei rivieraschi ha vinto anche il campionato di Serie D nella stagione 2015/16, ritorna ad affrontare la Sambenedettese in trasferta 1.075 giorni dopo l’ultima volta. In quel frangente, tra le altre cose, il centrocampista 33enne trovò il gol e la Recanatese vinse 4-2.
Marco, rieccoci al Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto. Che gara ti aspetti?
“Ogni partita ha una storia a sé. Ma giocare in quello stadio non è mai semplice. Il pubblico incita la Sambenedettese per 90′. E’ difficile per gli avversari mantenere la concentrazione. Non sarà facile”.
La sfida con la Sambenedettese combacia con il tuo esordio in campionato, visto il turno di squalifica che hai dovuto scontare nella 1° giornata a causa del quinto giallo preso durante i playout di Serie C 2023/24.
“Sarà emozionante. Tornerò io ma non ci saranno due pedine importanti come Sbaffo e Marchegiani, entrambi assenti per il cartellino preso contro la Fermana. Il primo è in grado di spostare gli equilibri, il secondo è un ragazzo promettente che deve crescere tanto. Ma sono certo che chi scenderà in campo darà il massimo”.
Ecco, proprio Sbaffo. L’attaccante aveva dato l’ok per venire a San Benedetto. Poi ci ha ripensato. Come avete vissuto questa situazione?
“So cosa si prova a giocare con la Sambenedettese. Devi essere pronto a livello mentale, lì si vive di calcio. Alessandro avrà avuto le sue motivazioni. Non nego che, nel caso in cui fosse andato via, sarebbe stata una grande perdita. La mancanza di un capitano, dopo la retrocessione della passata stagione, si sarebbe fatta sentire. Ma capisco la rabbia dell’ambiente rossoblu”.
Il passato
Con la maglia della Samb hai collezionato 15 presenze. Quando sei stato chiamato in causa hai risposto presente. Il ricordo più bello?
“La sfida contro la Jesina, allo stadio c’erano 7.000 persone. Il corteo dei tifosi è stato fantastico. Credo che lì sia stata scritta una bella pagina di storia rossoblu. Ho ancora tanti amici, mi sento spesso con Titone (oggi nello staff del settore giovanile della Sambenedettese, ndr). Nei mesi ho parlato Gennari, difensore con cui ho vissuto e giocato nella Vis Pesaro. Quando mi ha detto dell’opportunità di vestire rossoblu gli ho detto di non pensarci due volte. Per me resta tra le piazze più belle d’Italia. Un ritorno? Una chiamata della Sambenedettese equivale a quella della Juventus in Serie A. Ma credo di finire la carriera a Recanati, dove sono da sette anni. Avevo 24 anni quando giocavo in rossoblu, forse ero meno maturo. In una piazza del genere devi avere qualcosa in più”.
E tra amici e ricordi, ritrovi anche Ottavio Palladini da avversario.
“Lui è una garanzia. Una persona seria e con valori. Può dare tanto alla piazza di San Benedetto, conosce pregi e difetti dell’ambiente. Sono contento per lui. Negli ultimi anni era ‘scomparso’ da queste categorie. Se oggi è lì vuol dire che se lo merita”.