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Le apnee notturne sono la causa di un incidente su quattro

Il punto del dottor Piergiorgio Pasqualini: "Occorre puntare sulla prevenzione"
Pubblicato il 8 Aprile 2017









SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Oltre 7 mila sinistri stradali, per un totale di 150 morti, 12 mila feriti e un costo di ben 2 miliardi di euro sono i numeri che descrivono i danni provocati dalle OSAS, apnee ostruttive del sonno ancora poco conosciute ma dagli effetti inequivocabili. Si stima che ne soffra, tra la popolazione di mezza età, un uomo su quattro e una donna su dieci ma solo il 17% degli affetti ne è consapevole e si rivolge ad uno specialista.

A calcolare la cifra è stato uno studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica Chronic Respiratory Disease. I dati diffusi nella recente “Giornata mondiale del sonno” che cade il 17 marzo, confermano che le conseguenze riscontrate possono essere sia acute che croniche: le apnee inficiano la qualità del sonno, con conseguente disattenzione e stanchezza, scarsa concentrazione e memoria al risveglio. L’interruzione del respiro fa si che i tessuti ricevano meno ossigeno di quello necessario, provocando infiammazioni e sofferenze ai tessuti stessi.

L’incidenza dei costi sociali di tale patologia, hanno portato l’Italia ha recepire la Direttiva Europea 2014/85/UE, che incoraggia gli stati membri ad adottare controlli più stretti sulle condizioni di salute , ed in particolare sulla qualità del sonno di chi richiede il rilascio o il rinnovo della patente di guida. A gennaio 2016, il Governo ha stabilito che “la patente non deve essere rilasciata ne rinnovata a coloro che sono affetti da disturbi del sonno causati da apnee notturne che determinano una grave incidenza sulla sonnolenza diurna, con ridotta capacità di attenzione.”

“Le iniziative messe in campo per monitorare e conoscere le OSAS – ha detto il dr. Piergiorgio Pasqualini, specialista otorinolaringoiarta casa di cura privata San Benedetto SPA- seppur importanti perchè focalizzano l’attenzione sul problema, sono tutt’oggi inadeguate perchè fanno perno solo sull’autocertificazione del proprio stato di salute. Occorre puntare molto sulla prevenzione e sulla diagnosi tempestiva per far si che si adottino le misure necessarie per circoscrivere il fenomeno dalle gravi ripercussioni in termini anche di perdita di vite umane a causa dei sinistri.”

Di questa patologia se ne è occupato un Gruppo di lavoro interdisciplinare di esperti, istituito presso il Ministero della Salute nel novembre del 2014 che raggruppa numerose Società Scientifiche, rappresentanti delle Associazioni dei Malati e riceve la collaborazione dei Ministeri della Salute e dei Trasporti, nonché di enti come Aci, Ania, rappresentanti della Categoria degli Autotrasportatori e di Assogascon con l’obiettivo primario di rendere possibili interventi mirati a ridurre i rischi nei trasporti e sul luogo di lavoro. La cura passa per la diagnosi ed il Gold Standard è l’esame POLISONNOGRAFICO, un esame non invasivo che permette di monitorare alcuni parametri fisiologici mentre il paziente dorme.