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L’Ast, la barca a vela e quei “no” che sono lo scollamento definitivo tra chi comanda e chi subisce

E viene da lodare, ancor di più, il personale all'opera nei due ospedali del Piceno. Che va avanti nonostante tutto.
Pubblicato il 9 Agosto 2024

di Emidio Lattanzi

Come sono brutti tutti quei “no”. Sulla vicenda della barca a vela gli unici che avrebbero dovuto parlare e dare delle spiegazioni hanno regalato al popolo in attesa di prestazioni imprenotabili (a meno che non si vada a pagamento) soltanto una sequela di “no”.




“No comment” dell’assessore Saltamartini. “Non autorizzato, non condiviso, non saputo” della direttrice generale Natalini. Una negazione totale che fa cadere le braccia.

Non tanto perché si nega, oltre all’evidenza, anche una doverosa presa di posizione sull’imbarazzante vicenda della barca a vela scoperta dal nostro giornale (a leggere certe dichiarazioni nemmeno all’Ast se ne erano accorti). Le braccia cadono più che altro perché si nega il rispetto ai cittadini.

Come può lo stesso assessore che, per ruolo, mette firma e volto su tutto ciò che è buono nella sanità (inaugurazioni, donazioni, nuovi macchinari, costruendi ospedali etc,) trincerarsi dietro un “no comment” quando occorre fornire spiegazioni e prendere provvedimenti?

Come fa la direttrice generale di un’azienda come l’Ast a prendere le distanze da un’iniziativa messa in campo dai suoi stessi dirigenti?. Luigi Lunari scrisse una bellissima commedia mezzo secolo fa: “Non so, non ho visto, se c’ero dormivo”. E ho detto tutto.

A questo punto avrebbero fatto meglio a tentare di difendere o giustificare l’iniziativa piuttosto che nascondersi dietro tutti quei “no”. Ma siamo di fronte ad un atteggiamento che certifica e ufficializza lo scollamento esistente tra chi vive nelle stanze dei bottoni e chi subisce le loro decisioni.

Due visioni completamente diverse della realtà che emergono chiaramente in questa vicenda e che tutti noi abbiamo già avuto modo di osservare quando da una parte si parlava (e si parla) di “aggressione senza precedenti alle liste di attesa per le prenotazioni” e chi invece quasi quotidianamente ci segnala tempi biblici o, e accade sempre più spesso, l’impossibilità di prenotare una prestazione con il Servizio Sanitario Nazionale.

Non è che uno vuole fare per forza l’inquisitore della situazione, eh. Ci mancherebbe. Ma mentre si va in barca a vela per fare squadra ci sono numerosi nodi irrisolti come la Murg dell’ospedale di San Benedetto (tanto per fare un singolo esempio e non dilungarci troppo) della quale nessuno parla più. I posti letto di prima tornano?  Boh. Né l’Ast né i rappresentanti di questo territorio in Regione ci spiegano di cosa sarà fatto il futuro. Mah.

E viene da lodare, ancor di più, il personale all’opera nei due ospedali del Piceno. Che va avanti nonostante tutto.

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