SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il 23 dicembre 1970, il motopeschereccio “Rodi” di San Benedetto del Tronto naufragò nelle acque antistanti la foce del fiume Tronto, causando la morte di tutti i dieci membri dell’equipaggio.
Questa tragedia, una delle più gravi nella storia della marineria sambenedettese, scosse profondamente la comunità locale e innescò una serie di eventi significativi.
Il Naufragio
Il “Rodi” era un motopeschereccio oceanico varato nel 1966, appartenente alla società armatrice Aretusa. Dopo un ciclo di pesca nell’Oceano Atlantico, l’imbarcazione era stata portata a Venezia per lavori di manutenzione. Il 22 dicembre 1970, con a bordo nove marinai e un impiegato della società, il “Rodi” salpò da Venezia diretto a San Benedetto del Tronto per permettere all’equipaggio di trascorrere le festività natalizie a casa. Verso le 20:00, il comandante comunicò via radio un probabile ritardo dovuto alle avverse condizioni meteo, caratterizzate da mare grosso e forte vento di bora. Da quel momento, si persero i contatti.
La mattina del 23 dicembre, intorno alle 11:00, la nave cisterna “Mariangela Montanari” avvistò lo scafo rovesciato del “Rodi” a circa tre miglia dalla foce del Tronto. Nonostante l’immediato riconoscimento del relitto, le operazioni di recupero furono inspiegabilmente ritardate, suscitando indignazione nella comunità locale.
La Protesta Popolare
Il protrarsi dell’inazione delle autorità portò a una sollevazione popolare a San Benedetto del Tronto. La popolazione, esasperata, occupò la stazione ferroviaria, bloccando la linea adriatica, e interruppe il traffico sulla Statale Adriatica. Queste proteste, che durarono diversi giorni, evidenziarono la profonda frustrazione e il dolore della comunità per la perdita dei propri concittadini e per la percepita negligenza nelle operazioni di soccorso.
Il Recupero del Relitto
Solo il 29 dicembre, dopo giorni di proteste, la nave “Micoperi 30” riuscì ad agganciare il relitto, ormai spinto dalle correnti fino a Ortona, e a rimorchiarlo in porto. All’interno furono rinvenuti i corpi di quattro vittime: Marcello Ciarrocchi, Silvano Falaschetti, Giovanni Liberati e Alteo Palestini. I corpi di Agostino Di Felice e Ivo Mengoni furono restituiti dal mare in febbraio, mentre i restanti quattro membri dell’equipaggio non furono mai ritrovati.
Le Vittime
Le dieci vittime del naufragio erano:
- Alteo Palestini, 28 anni, direttore macchine, di San Benedetto del Tronto.
- Domenico Miarelli, 40 anni, radiofonista, di Petrella Salto, residente a San Benedetto del Tronto; sposato con un figlio.
- Silvano Falaschetti, 16 anni, cuoco, di Monteprandone, al primo imbarco.
- Antonio Alessandrini, 21 anni, studente universitario, di Tortoreto, al primo viaggio: si imbarcò per guadagnare qualcosa per pagarsi gli studi.
- Francesco Pignati, 19 anni, pescatore, di San Benedetto del Tronto.
- Giovanni Palumbo, 17 anni (avrebbe compiuto 18 anni il 24 dicembre), pescatore, di Civitacampomarano, residente a San Benedetto del Tronto.
- Giovanni Liberati, 30 anni, ufficiale di coperta, di San Benedetto del Tronto.
- Marcello Ciarrocchi, 21 anni, perito elettrotecnico, di Colonnella, residente a San Benedetto del Tronto; si era imbarcato nella speranza di risparmiare qualcosa per un paio di anni.
- Agostino Di Felice, 28 anni, comandante, di Colonnella, residente a Martinsicuro; sposato, con un figlio.
- Ivo Mengoni, 42 anni, impiegato, di San Benedetto del Tronto, sposato; si era imbarcato per conto della società armatrice per controllare i lavori a Venezia.
Commemorazioni e Memoria Storica
La tragedia del “Rodi” ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva di San Benedetto del Tronto. Nel corso degli anni, numerose iniziative sono state intraprese per commemorare le vittime e sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della sicurezza in mare. In occasione del cinquantesimo anniversario, nel 2020, sono stati realizzati documentari, mostre e pubblicazioni per ricordare l’evento e onorare la memoria dei caduti.
La tragedia del “Rodi” rappresenta un momento cruciale nella storia della marineria italiana, evidenziando le sfide e i pericoli affrontati dai pescatori, nonché l’importanza della solidarietà comunitaria di fronte alle avversità.