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La Regione rivede le norme europee che limitano la pesca. Urbinati: “Occorre pensare anche all’aspetto economico”

Il consigliere regionale è relatore di maggioranza della risoluzione approvata oggi in consiglio regionale
Pubblicato il 11 Maggio 2017





Prevedere sostegni finanziari specifici per le piccole e medie imprese nella fase di transizione verso le nuove regole europee. E’ quanto suggerisce la risoluzione della Seconda commissione sviluppo economico, approvata oggi all’unanimità in Consiglio regionale, sulla pesca dei piccoli pelagici, di cui è relatore di maggioranza il consigliere regionale Fabio Urbinati (Pd). “Il documento approvato oggi è un nuovo, importante contributo di partecipazione delle Marche alle scelte europee in materia di pesca – spiega Urbinati – Già nel luglio del 2015, dopo aver incontrato le associazioni di categoria, i pescatori e i ricercatori del CNR di Ancona, abbiamo inviato a Bruxelles, sempre attraverso una risoluzione unanime del Consiglio, alcune idee per conciliare il rispetto dell’ambiente e la conservazione delle specie con la sostenibilità economica del settore”.

Le sardine e le acciughe, stock spesso sovrasfruttati in Adriatico, sono a rischio impoverimento. Per questa ragione nel 2015 l’Europa ha avviato la stesura di un piano pluriennale di gestione, condiviso tra i Paesi delle due sponde, coinvolgendo i territori. Ora che il testo è pronto, l’Ue invita nuovamente le istituzioni e gli enti locali, essendo la pesca materia concorrente tra gli Stati membri, a valutare le misure messe in cantiere. “Siamo d’accordo sulla necessità di ristabilire l’equilibrio biologico di questa risorsa e sul fatto che delle misure europee possono essere più incisive rispetto all’azione di un singolo Stato – sostiene Urbinati – ma è opportuno valutare bene anche l’impatto economico e sociale che questo regolamento potrebbe avere. La pesca dei piccoli pelagici è un settore di grande importanza per l’economia ittica marchigiana ed è esercitata nella maggior parte dei casi da piccole e medie imprese. Per questo abbiamo proposto che il meccanismo di limitazione del pescato tenga conto di un livello minimo di reddittività dell’impresa. Al di sotto di questo indice servono strumenti, anche solo temporanei, di sostegno economico. Se l’applicazione dei limiti massimi delle quantità di acciughe e sardine dovesse comportare anche una riduzione dell’occupazione, la Commissione europea non potrà fare a meno di prendere in esame specifici sostegni finanziari, per aiutare il settore nella fase di transizione verso le nuove regole”.

Nella risoluzione viene anche sottolineata l’incidenza del tonno rosso nelle zone di pesca dei piccoli pelagici. “Queste specie sono la principale fonte di alimentazione del tonno rosso – conclude Urbinati – E’ un dato fondamentale da tenere presente per stabilire le quote di pescato”.



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