SAN BENEDETTO DEL TRONTO. È mezzanotte in punto quando le imbarcazioni, dopo un mese e mezzo di fermo biologico, tornano a solcare il mare.
Dal porto di San Benedetto del Tronto, la marineria locale ha ripreso le operazioni di pesca dopo lo stop obbligato, iniziato a metà agosto. Le luci dei pescherecci illuminano il porto, segnalando il ritorno di un’attività fondamentale per la comunità.
Alla banchina, ad accompagnare questo momento tanto atteso, erano presenti il sindaco di San Benedetto del Tronto Antonio Spazzafumo, la comandante della Capitaneria di Porto, Alessandra Di Maglio, e il Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto, Ripatransone e Montalto, Gianpiero Palmieri, accompagnato da don Giuseppe Giudici, figura di riferimento per la marineria locale.
Durante il saluto ai pescatori, il Vescovo Palmieri ha rivolto un discorso toccante ai marittimi, esprimendo comprensione e vicinanza per le difficoltà che devono affrontare quotidianamente: “Il vostro lavoro – ha detto il Vescovo – è sempre più ‘concentrato’: alcuni giorni e non altri, alcuni spazi di mare e non altri, con pochi membri di equipaggio e non tutti quelli di cui ci sarebbe bisogno… Così il lavoro è sempre più duro e sempre meno sicuro”. Parole che risuonano come un riconoscimento delle sfide crescenti legate alle normative, alla sicurezza e alla riduzione degli equipaggi, ma anche come un tributo alla resilienza dei pescatori.
Il Vescovo ha poi evidenziato l’amore e la passione che caratterizzano i marittimi, grazie anche alle parole di don Giuseppe: “Per molti di voi la pesca in mare non è un lavoro come un altro: è la propria vita, come lo era per i propri genitori e i propri nonni”. Un legame profondo che va oltre la semplice attività lavorativa, una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, segnata dall’impegno e dal sacrificio.
Il Vescovo Palmieri ha anche voluto ricordare Tommaso Fioravanti, l’ultima vittima del mare, scomparso tragicamente la scorsa settimana durante il lavoro al largo.