Riceviamo e pubblichiamo: un racconto di gratitudine verso la sanità pubblica
Spesso, si tende a sottolineare gli aspetti critici del sistema sanitario pubblico, tralasciando quelle storie che raccontano di dedizione, professionalità e umanità. La testimonianza che segue, ricevuta da una nostra lettrice, è un esempio di come l’assistenza sanitaria possa diventare un’esperienza di cura non solo fisica, ma anche emotiva. E’ tutto accaduto all’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto.
“Può capitare in un tardo pomeriggio autunnale, durante una passeggiata sul Lungomare di Grottammare tra i villini liberty e il mare, di inciampare. Il braccio sinistro “introvabile”. Dolore. Istinto di tornare a casa. In auto. Inizia un’altra storia.
Giovedì 17 ottobre 2024 ore 20 – Ospedale Civile-San Benedetto del Tronto. Pronto Soccorso. Gentile accoglienza immediata. Protezione. Analisi ecc. Medici e infermieri disponibili e professionali. Rientro a casa a notte fonda.
Venerdì 18 ore 10 – Visita medica. Un dottore mi ascolta, mi rassicura, come fanno del resto anche gli altri colleghi presenti. Saprò poi che è Riccardo Chiappini, medico specialista in Ortopedia e Traumatologia, molto stimato. Resto positivamente colpita, pur rassegnata e piena di paura. Esito, ma il giorno successivo accetto di farmi operare. Come da programmazione interventi, sarà lui che dovrà avere cura di me. Mi diranno in seguito che per questo sono stata molto fortunata. Confermo.
Sabato 19 ore 12 – Ricovero. Reparto Ortopedia. Luminoso. Colorato. Pulitissimo. Profumato. Dai grandi finestroni della mia camera si vedono pini secolari e il villino liberty della benefattrice che ha donato lo spazio all’Ospedale. Bellissima immagine che mi accompagna nei cinque giorni di dolore. Perfino il cibo è buonissimo, quello domenicale in particolare. Il personale nell’insieme forma un gruppo di lavoro efficiente e armonioso. La presenza continua della Dottoressa Maria Lucia Ricciardella è un punto di riferimento per tutti.
Domenica 20 – Riflessioni
Lunedì 21 ore 10 – Operazione. Perduto il senso dello spazio e del tempo mi ritrovo in Sala Operatoria. Tra molte presenze il Dott. Chiappini, sorridente e rassicurante. Una giovane anestesista mi tiene per mano. In un’ora tutto fatto. Mi aspettano ancora pochi giorni in ospedale, aiutata e protetta.
Giovedì 24 – Dimissioni
Giorni successivi – Sala Gessi – Medicazioni – In particolare gli infermieri si dedicano a noi pazienti con molta cura e impegno. Quanti luoghi comuni si dicono e si scrivono sugli Ospedali, sulla Sanità Pubblica. Io, invece, ammiro chi si dedica agli altri, chi si è preparato a lungo per una professione così difficile, chi rimane gentile e umano nonostante il successo e il prestigio raggiunti.”
Luciana Cameli