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Imprenditore sambenedettese rapito in Russia, arrestato un 44enne

Vive a Faenza. L'uomo aveva precedentemente collaborato come consulente per l'azienda di Guidotti, gestendo i rapporti con l'Est
Pubblicato il 16 Novembre 2024

Il caso del sequestro di Stefano Guidotti, imprenditore italiano residente a Mosca, ha registrato un significativo sviluppo con l’arresto di un cittadino uzbeko di 44 anni, in possesso anche di passaporto russo, residente a Faenza dall’inizio del conflitto in Ucraina. L’uomo aveva precedentemente collaborato come consulente per l’azienda di Guidotti, gestendo i rapporti con l’Est.




Le operazioni, condotte dai ROS dei Carabinieri e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia, hanno portato all’esecuzione di misure cautelari relative al sequestro avvenuto tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, quando Guidotti fu tenuto in ostaggio per circa 36 ore prima di essere liberato dalle forze speciali russe nella regione di Bryansk, al confine con l’Ucraina.

Secondo le indagini, il 28 giugno, giorno del rapimento, l’arrestato si sarebbe incontrato a Imola con un altro manager dell’azienda di Guidotti, proponendo il pagamento di un riscatto, la cui entità non è stata specificata, e fissando un successivo appuntamento per ulteriori negoziazioni. Tuttavia, prima del secondo incontro, Guidotti è stato liberato in Russia, e alcuni dei responsabili del sequestro sono stati arrestati.

Stefano Guidotti, 56 anni, originario di San Benedetto del Tronto, è il manager dell’ufficio di rappresentanza in Russia del gruppo italiano Siad, specializzato nella produzione di gas tecnici industriali. Il rapimento è avvenuto nel centro di Mosca, sul viale Sadovaya-Triumfalnaya, dove Guidotti è stato aggredito e costretto a salire su una BMW. La liberazione è avvenuta due giorni dopo, a oltre 400 chilometri di distanza, a Bryansk, nel microdistretto di Novostroika. Decisivo è stato il ritrovamento dell’auto utilizzata per il sequestro, che ha permesso l’intervento delle forze di polizia russe e l’arresto di tre persone presenti nel luogo di detenzione.
IL FATTO QUOTIDIANO

Le autorità italiane, in collaborazione con quelle russe, continuano le indagini per chiarire tutti gli aspetti della vicenda e individuare eventuali ulteriori responsabili coinvolti nel sequestro a scopo di estorsione.

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