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Il sentiero dello stadio e la delibera “riesumata”. Troli: «Sconcertante. Gli era stato detto mesi fa»

L'ex assessore alla viabilità: «Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Grazie a Luciana Barlocci che ha spinto e fatto emergere la verità»
Pubblicato il 22 Febbraio 2025

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. L’ex assessore alla Viabilità, Pierfrancesco Troli, non risparmia critiche all’amministrazione comunale dopo la scoperta del documento del 2004, che certifica il carattere di uso pubblico del sentiero che collega la Statale 16 allo stadio Riviera delle Palme.



Troli, infatti, già all’inizio di gennaio aveva sollecitato il sindaco Antonio Spazzafumo a verificare se la strada fosse classificata come vicinale ad uso pubblico, circostanza poi effettivamente confermata dagli atti ufficiali.

«È una vicenda davvero stucchevole. Quest’amministrazione non ha rispetto neppure del proprio ruolo istituzionale. Un Comune dovrebbe essere un riferimento per i cittadini, mentre ancora una volta ci si è persi in un bicchier d’acqua. O meglio, dietro un documento che era stato prodotto dallo stesso Comune. Come da mesi si diceva, bastava semplicemente cercare. O forse non lo si voleva fare?»

Troli riconosce il ruolo determinante della consigliera comunale Luciana Barlocci, che da tempo chiedeva chiarezza sulla vicenda, fino a portarla all’attenzione della Procura.

«Da cittadino, voglio ringraziare Luciana Barlocci. Probabilmente, senza di lei questa storia sarebbe andata avanti ancora per molto. Ha dimostrato che, con tenacia e senso delle istituzioni, si possono ottenere risposte anche da un’amministrazione che ha fatto di tutto per non vedere l’evidenza.»

Ora, dopo la decisione del Comune di annullare in autotutela la SCIA concessa a Luigi Rapullino, l’auspicio dell’ex assessore è che si arrivi alla riapertura della strada senza ulteriori contrasti.

«La speranza è che la situazione possa rientrare in maniera indolore e che l’annullamento della SCIA porti finalmente alla riapertura di quella strada. È una questione di interesse pubblico, e anche il privato, alla fine, potrebbe trarne beneficio.»

Ma al di là della questione specifica, Troli allarga il campo della sua critica, puntando il dito contro la gestione complessiva dell’amministrazione Spazzafumo.

«Sconcerta che il Comune non abbia vigilato su una vicenda divenuta così di dominio pubblico e non certo irrilevante. Questa dovrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Non solo per il caso in sé, ma perché rappresenta l’ennesima dimostrazione che chi ci governa non ha la minima idea di cosa significhi amministrare una città.»