di Davide Balestra
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Vincenzo Acciarri. Un nome ‘non a caso’ negli ambienti dell’architettura nazionale. L’architetto ha progettato, tra le altre cose, lo stadio Riviera delle Palme, l’attuale casa della Sambenedettese. Per tanti un ‘capolavoro di architettura’. Tanto è vero che nel 1985 è stato insignito dell’European Award for Steel Structures (il riconoscimento europeo per le strutture in acciaio). “Quello che vuole fare la Samb? A me non è stato presentato nessun progetto” dice proprio l’architetto. “Ho incontrato Scarpantoni (architetto e progettista, autore del rendering mostrato nei giorni scorsi, ndr) casualmente. Mi ha mostrato l’immagine sul cellulare. Non volevo rassicurazioni. Ero solo sconcertato”.
Ovvero? “Era stata distrutta l’dea originale del Riviera delle Palme. Ho lamentato il fatto che il mio lavoro sia stato strumentalizzato per poter accreditare un’azione commerciale che non ha niente a che vedere con l’architettura”. E aggiunge. “Massi può fare tutte le proposte che vuole. Ma non capisco a che titolo”.
Il progetto
Acciarri sottolinea a più riprese la sua delusione. E aggiunge. “In Comune ci sono degli atti di una mia vecchia proposta di ampliamento. Le funzioni sono esplicate in maniera dettagliata, i tecnici di Massi sanno di cosa parlo perché sono venuti a vederlo diversi mesi fa”. Con l’attuale presidente della Samb non c’è un legame. “Non l’ho mai conosciuto anche se lui afferma il contrario. Se vuole costruire un centro commerciale che si compri 10,000 metri e lo costruisca. Idee come le sue ce ne sono a iosa in Italia e in Europa. Ma andrebbe a stravolgere l’idea originale”.
In passato qualcuno provò ad apportare delle modifiche. E per farcelo raccontare è necessario tornare ai primi anni 2000. “Ai tempi di Gaucci fu proposta la realizzazione di un grosso centro commerciale polifunzionale a tre piani per circa 10.000 metri sul piazzale dello stadio. Il motivo? Serviva per proteggere il Riviera delle Palme dalla salsedine proveniente dal mare. Almeno – dice ridendo – rispettavano lo stadio. Il Comune ha tutto l’interesse a difendere un patrimonio”.