La puntata di “Samarcanda” da San Benedetto compie trent’anni. Una appuntamenti come tanti per il programma di Rai3, un evento al contrario per i sambenedettesi quella sera erano presenti, all’ex camping o davanti alla tv.
Quel 6 giugno del 1991 era un giovedì e in riviera il clima non era dei migliori. Nonostante la spiaggia fosse già piena di ombrelloni e bagnanti, tra gli operatori il timore di un tracollo sul fronte turistico era diffuso. Tutta colpa di un giudizio negativo dato al nostro mare, ritenuto inquinato dal Ministero della Salute che bocciò in toto le località costiere delle Marche da Porto Sant’Elpidio in giù.
La storia avrebbe poi collocato l’episodio nella lunga lista degli equivoci. I meri limiti di trasparenza, provocati dal fondale sabbioso, vennero infatti abbinati a ben altri parametri negativi, causati in altre zone dal malfunzionamento delle fogne e all’assenza dei depuratori. Comprensibile dunque la rabbia per un responso drammatico e ingiusto. “C’è un errore materiale, tutto l’Adriatico non è trasparente, da Trieste a Santa Maria di Leuca”, provò a spiegare il sindaco dell’epoca, Alberto Cameli.
Il palcoscenico, tuttavia, se lo presero altri attori. Nella copertina di apertura, alcuni cittadini vennero ripresi mentre si prestavano a bere l’acqua di mare e a mangiare dei granchi. Un modo lampante (e creativo) per dimostrare l’abbaglio del Ministero. E se in studio Michele Santoro portò avanti il talk con il ministro della sanità Francesco De Lorenzo, il presidente di Legambiente Ermete Realacci e Francesco Rutelli, in Riviera un giovane Maurizio Mannoni fu chiamato a tenere a bada la furia dei residenti, riuniti all’interno della tensostruttura di viale Marconi.
Le contestazioni maggiori le ricevette Rutelli, all’epoca in forza ai Verdi. L’ex sindaco di Roma (lo sarebbe diventato due anni dopo) legò la sofferenza delle acque sambenedettesi all’inquinamento del fiume Po. “Ma quello non conosce la geografia”, gli urlò Ivo Giudici.
Tra i presenti quella sera, riconoscibili in due ore di diretta, si possono trovare anche Paolo Perazzoli, Franco Paoletti, Giuseppe Ricci e Pietro D’Angelo.