SAN BENEDETTO DEL TRONTO. La città di San Benedetto ha reso omaggio alle vittime delle foibe e ai profughi giuliano-dalmati con una cerimonia che ha coinvolto studenti e cittadini.
Nella mattinata di lunedì 17 febbraio, il Cinema Teatro “Concordia” ha ospitato un evento di approfondimento storico e culturale organizzato dall’Amministrazione comunale nell’ambito delle celebrazioni per il Giorno del Ricordo.
Ad aprire l’incontro è stato lo storico Costantino Di Sante, docente dell’Università degli Studi del Molise, il quale ha offerto una dettagliata analisi del contesto storico che portò alla persecuzione e alla deportazione di migliaia di italiani in Istria e Dalmazia. Il suo intervento ha sottolineato la necessità di mantenere viva la memoria su una delle pagine più drammatiche del Novecento italiano.
A seguire, il pubblico ha assistito allo spettacolo teatrale “D’amore e profuganza”, scritto da Cesare Catà, che ha raccontato la storia di Ileana Sviben, attrice fiumana e profuga nel campo di Servigliano. La rappresentazione ha rievocato la sua esperienza di attivista impegnata nella denuncia delle sofferenze patite dagli italiani sotto il regime di Tito.
L’EVENTO
All’evento erano presenti anche il sindaco Antonio Spazzafumo e il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Lucia Albano, i quali hanno evidenziato l’importanza di mantenere viva la memoria storica e tramandarla alle nuove generazioni. Lucia Albano, figlia di profughi giuliani, ha condiviso con il pubblico la testimonianza della sua famiglia, ricordando il dolore e le difficoltà vissute da chi fu costretto a lasciare la propria terra.
Il sindaco ha ribadito la necessità di continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica su questa tragedia: «La tragedia dell’esodo giuliano-dalmata troppo a lungo è rimasta sconosciuta a gran parte degli Italiani, ma è ancora oggi intatta nella sua drammaticità nella memoria di chi l’ha subita. È dunque doveroso che le istituzioni promuovano approfondimenti su un fenomeno che ha segnato la storia dei nostri compatrioti d’oltremare».
L’iniziativa si inserisce in un programma più ampio di celebrazioni che, già il 10 febbraio, aveva visto la deposizione di una corona d’alloro in memoria delle vittime. Un momento di riflessione che ha voluto rendere omaggio a chi, tra il 1943 e il 1957, fu costretto ad abbandonare la propria casa e a subire violenze per il solo fatto di essere italiano.