SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’emergenza coronavirus ha fatto aumentare le chiamate ad Ama Aquilone da parte dei giocatori d’azzardo. A rivelarlo è la stessa associazione che da anni combatte, tra le altre cose, il fenomeno della ludopatia.
Il rischio contagio ha costretto gli italiani al domicilio forzato e, di conseguenza annullato le possibilità di recarsi alle sale slot e da gioco.
“Vivono la sofferenza dell’astinenza, forse i giocatori percepiscono un malessere e decidono di chiedere aiuto”, provano a spiegare Maria Paola Modestini e Marta Bugari. “L’incremento di telefonate si è registrato soprattutto all’inizio dell’emergenza, probabilmente per la chiusura dei punti di aggregazione. Il fatto di dover rimanere a casa e il doversi trattenere in un contesto più controllato come quello familiare magari ha fatto accrescere il disagio”.
Il punto di osservazione ora si sposta inevitabilmente sui rischi generati dalla rete. “La richiesta d’aiuto paradossalmente può essere un bene, a patto però che non slitti nell’altro mostro che è il gioco online. Ci stiamo preparando all’ondata di ritorno”.
Lo sportello di Ama Aquilone è destinato a prestare assistenza, consulenza e supporto a persone con problemi di gioco d’azzardo, loro familiari e, più in generale, a chi ha bisogno di aiuto su questa delicata e devastante problematica. Ad oggi il servizio di accoglienza è fermo, mentre proseguono i contatti telefonici e in videochiamata: “Non possiamo incontrare nessuno, né mettere in piedi riunioni di gruppo. I colloqui li facciamo via Skype. Nei prossimi giorni decideremo come organizzarci per il futuro, è una situazione in itinere”.