SAN BENEDETTO DEL TRONTO. San Benedetto del Tronto porta con sé un destino segnato dal dolore ogni volta che il calendario segna il 27 novembre. Questa data, più volte teatro di sciagure, come il deragliamento del treno in centro o i terribili bombardamenti, ha visto nel 1922 una delle sue tragedie più strazianti: il naufragio di due paranze della marineria locale, un evento che ha strappato al mare la vita di 18 pescatori.
Tutto ebbe inizio il 20 novembre 1922, quando otto coppie di paranze salparono per una battuta di pesca nell’Adriatico. La minuziosa ricostruzione di quanto avvenne è stata effettuata dal responsabile dell’Archivio Storico Comunale Giuseppe Merlini per la storica pubblicazione “Cimbas”.
Tra le paranze che salparono c’erano la S. Maria della Marina e la Pasquarosa, che sarebbero poi diventate protagoniste della tragedia. Il 27 novembre, durante il rientro verso San Benedetto del Tronto, una violentissima burrasca colpì la flotta al largo di Ancona. Il comandante della S. Maria della Marina, Pietro Maccaferro, cercò riparo nel porto della città marchigiana, ma nebbia e pioggia impedirono l’accesso, costringendo l’imbarcazione a virare verso sud. Tuttavia, il mare in tempesta non lasciò scampo: la barca si capovolse, trascinando con sé l’equipaggio.
I soccorsi furono disperati e segnati da un giallo inquietante. La S. Benedetto Martire, fermatasi per trarre in salvo i naufraghi, si rimise inaspettatamente in movimento. Testimonianze dell’epoca rivelano che il cavo dell’ancora era stato tagliato, impedendo ulteriori tentativi di recupero. I sospetti si concentrarono su due membri dell’equipaggio che avrebbero deciso di fuggire per timore di essere travolti.
Anche la Pasquarosa scomparve tra i flutti. Avvistata per l’ultima volta con l’albero spezzato, il suo relitto venne rinvenuto giorni dopo sulla costa abruzzese, nei pressi di Pescara. Nessuno dei dieci uomini a bordo riuscì a salvarsi.
Le indagini successive confermarono che la tempesta fu il principale fattore del disastro, ma il sospetto del taglio dell’ancora rimase un’ombra inquietante sull’intera vicenda. Il processo, influenzato dal contesto politico dell’epoca, non portò ad alcuna condanna.
I corpi dei pescatori furono ritrovati nei giorni seguenti lungo la costa, riconosciuti a fatica dai loro cari. Tra le vittime, i nomi di Giuseppe Patrizi e Saverio Palestini emersero con particolare commozione nella comunità.
Quella del 27 novembre 1922 non è l’unica tragedia che San Benedetto del Tronto ricorda in questa data. Anni dopo, lo stesso giorno, il deragliamento di un treno in pieno centro e i bombardamenti della Seconda guerra mondiale segnarono nuovamente la città. Un destino crudele che sembra aver legato questa data alla sofferenza e alla memoria di chi ha perso la vita in modo tragico.
Vittime della S. Maria della Marina
- Malatesta Beniamino, fu Raffaele, 45 anni
- Palestini Saverio, fu Illuminato, 51 anni
- Palestini Giuseppe, di Saverio, 14 anni
- Pignati Francesco, fu Bernardino, 40 anni
- Pignati Berardino, di Francesco, 16 anni
- Liberati Domenico, fu Cesare, 50 anni
- Pignati Giuseppe, di Luigi, 22 anni
- Palma Luigi, di Filippo, 45 anni
Vittime della Pasquarosa
- Trevisani Benedetto, fu Filippo, 53 anni (capo barca)
- Trevisani Eugenio, di Francesco, 27 anni
- Patrizi Giuseppe, di Antonio, 37 anni
- Valentini Pio, fu Ascanio, 41 anni
- Spina Giuseppe, di Antonio, 37 anni
- Ricci Nicola, di Giulio, 23 anni
- Pignati Federico, di Nicola, 37 anni
- Palanca Giuseppe (erroneamente riportato come Palma), di Nicola, 35 anni
- Mosca Pietro, fu Davide, 51 anni
- Contessi Battista Antonio, fu Giuseppe, 60 anni