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Fuga dei sanitari all’estero. L’allarme di Pelosi: “L’esodo interessa anche i professionisti del Piceno”

Il segretario del sindacato Nursind: "E' un campanello d'allarme che non possiamo ignorare. Situazione legata alle condizioni di lavoro e allo stress crescente"
Pubblicato il 4 Febbraio 2024

ASCOLI PICENO. Il sistema sanitario italiano è alle prese con una significativa emorragia di professionisti della salute, con circa 6000 operatori, di cui 4000 medici e 2000 infermieri, che hanno deciso di cercare opportunità lavorative all’estero entro la fine del 2023. Questi dati emergono da recenti forniture dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (AMSI) e dell’Unione Medica Euro Mediterranea (UMEM).

Le richieste di trasferimento all’estero provengono da ogni angolo della nazione, con la Lombardia in testa alla lista, registrando 630 casi nel 2023, seguita da Veneto con 600 e Piemonte con 550. La situazione è altrettanto critica in altre regioni, con il Lazio a 515, la Campania a 475 e numeri significativi in molte altre.

La Federazione Nazionale degli Infermieri evidenzia ulteriormente la crisi, sottolineando che entro il 2033 si prevedono 127.000 pensionamenti di infermieri, creando un vuoto sempre più difficile da colmare.

La denuncia

Maurizio Pelosi, segretario provinciale del sindacato Nursind, commenta la situazione con preoccupazione, dichiarando: “L’esodo dei professionisti della sanità è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Le condizioni di lavoro e lo stress crescente stanno spingendo molti medici e infermieri a cercare opportunità all’estero.”

Pelosi esprime ulteriori preoccupazioni sottolineando che, “Nei Paesi del Golfo Persico, le condizioni lavorative offerte sono molto allettanti, con stipendi competitivi e benefici fiscali. L’Italia rischia di perdere risorse fondamentali per il nostro sistema sanitario.”

Il segretario rivela che anche nell’AST di Ascoli Piceno si sta assistendo a un aumento delle partenze per lavorare all’estero, sottolineando l’urgenza di affrontare la situazione a livello provinciale e regionale. Conclude affermando che è imperativo che tutte le istituzioni si impegnino seriamente per fermare questa fuga di competenze all’estero, altrimenti il Sistema Sanitario Nazionale potrebbe subire un rapido deterioramento o dipendere in modo critico dai professionisti sanitari stranieri.

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