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Fernando, il gommista di via De Amicis, saluta dopo 67 anni di lavoro: “Prima o poi doveva succedere”

Originario e residente a Villa Rosa, è arrivato a San Benedetto nel lontano 1957. Da oltre mezzo secolo punto di riferimento in via De Amicis: "Mi godrò la famiglia e starò con mia moglie Marisa"
Pubblicato il 5 Gennaio 2025

di Massimo Falcioni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Prima o poi sarebbe dovuto succedere”. Fernando Staffilani, per tutti ‘Fernando il gommista‘, chiude l’attività e si gode il meritato riposo. Classe 1942, ha passato nel settore ben sessantasette anni della sua vita, con la decisione di abbassare la serranda arrivata, a malincuore, qualche mese fa.



“Ho avuto qualche problema fisico ed è arrivato il momento di andare in pensione, sperando nella salute. Mi mancheranno moltissimo i nostri clienti, che ci hanno dato sempre fiducia. Ci siamo affidati al passaparola e abbiamo gente che si serve da noi da oltre mezzo secolo. Sono tutti dispiaciuti, ogni volta che li informo della scelta mi vengono ad abbracciare”.

Originario e residente a Villa Rosa, Fernando è arrivato a San Benedetto nel lontano 1957: “Gli inizi furono in corso Mazzini, vicino alla Chiesa della Marina. Successivamente ci spostammo, sempre sulla Nazionale, nella zona vicino ai Leoni, dove ora c’è il negozio di materassi. Infine, nel 1968 arrivammo in via De Amicis, dove siamo rimasti per tutto il tempo”.

Affiancato in un primo momento da altri due soci, Staffilani – che era il più giovane – è man mano rimasto solo, con il figlio Damiano subentrato nel 2005, quando ha preso ufficialmente le redini dell’attività.

“Sono rimasto come collaboratore ed è un dolore per me lasciare. Ho passato una vita in questo campo, ma a 82 anni è giunta l’ora di fermarsi”.

Dai locali di via De Amicis, Staffilani ha visto un intero quartiere cambiare, anche a livello urbanistico: “Quando arrivai qua, davanti a noi c’era un grosso piazzale brecciato. Negli anni settanta i ragazzini ci venivano il pomeriggio a giocare a pallone. Quei ragazzi oggi sono tutti uomini. Senza contare l’evoluzione a cui ho assistito nel nostro settore. Una volta smontavamo le gomme per terra con i caccia-copertoni . I macchinari che abbiamo adesso non esistevano. Le gomme dei camion si smontavano a mano, per alzarli avevamo i cric. Tutto è mutato”.

Prima dei saluti, occorrerà affrontare la fase di transizione: “Le gomme invernali dei clienti che avevamo in deposito per il cambio, nel 90% dei casi le lasceremo a Spinozzi, che lavora nella vicina via Manzoni. I clienti sono d’accordo e si serviranno da lui. I macchinari, invece, saranno presto ritirati da una ditta di Monsampolo”. Sarà quel momento a sancire il fischio finale, che avverrà entro il mese.

“Mi godrò la famiglia e starò con mia moglie Marisa, sposata nel 1976. Se è contenta della decisione? Da un lato no. Mi ha detto: ‘hai svolto per una vita questo lavoro, ora che farai?’. In effetti non ho molti hobby. Ma a me interessa la salute e godermi gli anni che mi sono rimasti”.