mercoledì 26 Marzo 2025
Ultimo aggiornamento 08:05
mercoledì 26 Marzo 2025
Ultimo aggiornamento 08:05
Cerca

False polizze fidejussorie per 60 milioni: 11 rinvii a giudizio. San Benedetto tra le città coinvolte

Coinvolta un’organizzazione che operava in diverse zona, tra cui il Piceno. Le false polizze presentate anche per la ricostruzione post sisma 2016.
Pubblicato il 5 Marzo 2025

Un sistema fraudolento che avrebbe fruttato oltre 60 milioni di euro è stato smantellato grazie a un’indagine della procura di Perugia, che ha richiesto il rinvio a giudizio per 11 persone. L’accusa è quella di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di false polizze fidejussorie, oltre a reati di falsità materiale e ideologica, sostituzione di persona, truffa ai danni dello Stato e altri illeciti fiscali e amministrativi.



Le false polizze, circa 200, erano intestate a due compagnie nazionali e sei estere con sede a Malta, Irlanda, Germania e Svezia. Erano utilizzate per ottenere autorizzazioni in ambiti strategici, come il settore delle accise per prodotti energetici, il comparto doganale e le concessioni per Sale Bingo. Alcune, invece, sono state presentate presso pubbliche amministrazioni per ottenere agevolazioni edilizie e partecipare a gare pubbliche, comprese quelle per la ricostruzione post terremoto del 2016.

L’inchiesta, condotta dal reparto antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Perugia con il supporto dei carabinieri, ha avuto origine da una polizza fidejussoria contraffatta depositata presso l’ufficio doganale del capoluogo umbro. L’analisi dei movimenti finanziari ha rivelato che i premi assicurativi non venivano versati alle compagnie, ma dirottati su conti correnti esteri fuori dal circuito legale.

Le indagini hanno coinvolto anche le autorità doganali croate e tedesche, permettendo di individuare le centrali operative della frode a Siracusa, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Qui venivano materialmente riprodotte le false polizze. Un ruolo chiave lo avrebbe avuto una rete di broker che, pur essendo a conoscenza dell’attività illecita, proponeva i contratti assicurativi ai clienti, per lo più ignari della truffa.

Le perquisizioni, eseguite in diverse province italiane tra cui Perugia, Siracusa, Catania, Torino, Verona, Roma e Pescara, hanno portato al sequestro di numerosi documenti e supporti informatici considerati di rilevante valore investigativo.

L’inchiesta ha permesso di smantellare un’organizzazione che operava con un sofisticato sistema di falsificazione e occultamento di fondi, coinvolgendo più città italiane, tra cui San Benedetto del Tronto, in un circuito criminale che aveva impatti diretti su diversi settori economici e istituzionali.