SAN BENEDETTO DEL TRONTO. L’Ecomostro di via Calatafimi, a San Benedetto del Tronto, si conferma uno dei nodi irrisolti più controversi della città. Da anni abbandonato a sé stesso, questo edificio fatiscente è stato più volte oggetto di polemiche e tentativi di risoluzione, senza che si arrivasse mai a una vera svolta.
La struttura, imponente e degradata, rappresenta un problema non solo urbanistico ma anche sociale e di sicurezza, con un susseguirsi di segnalazioni e denunce da parte dei residenti della zona centro-settentrionale.
Negli ultimi tempi, però, la situazione è addirittura peggiorata. Se prima l’area veniva segnalata per la presenza di persone senza fissa dimora, tossicodipendenti e spacciatori, ora l’edificio sta diventando anche una discarica abusiva a cielo aperto. Qualcuno ha preso l’abitudine di gettare sacchetti di rifiuti all’interno dell’area recintata, approfittando dello stato di abbandono della struttura. La scena che si presenta agli occhi di chi percorre via Calatafimi è desolante: i sacchetti si accumulano giorno dopo giorno, mescolandosi con sporcizia, erbacce e detriti.
La rabbia dei residenti è palpabile. Molti lamentano da tempo il disagio di vivere accanto a un luogo che si è trasformato in una zona di degrado e pericolo costante: «Ormai si assiste ad ogni tipo di situazione degradante. Adesso tirano pure i sacchetti dei rifiuti lì dentro. Per lungo tempo abbiamo visto senza tetto, spacciatori e tossicodipendenti entrare e uscire comodamente da quella zona. Una struttura fatiscente che rappresenta un pericolo. Corriamo il rischio di venire colpiti da qualcosa ogni volta che usciamo di casa».
A preoccupare ulteriormente i residenti è il fatto che le misure di sicurezza adottate in passato siano state rimosse. Un tempo, lungo via Calatafimi era stato imposto un divieto di parcheggio proprio per evitare che persone e veicoli si trovassero troppo vicini alla struttura, il cui stato di degrado rende concreta la possibilità di caduta di calcinacci e detriti. Tuttavia, di recente, questi dispositivi di sicurezza sono stati spostati e lasciati sul marciapiede, permettendo alle auto di tornare a parcheggiare accanto all’edificio.
La situazione, dunque, si complica ulteriormente. Da un lato, il disinteresse amministrativo e l’assenza di accordi tra il Comune e il privato proprietario dell’area continuano a bloccare qualsiasi tentativo di riqualificazione. Dall’altro, l’inciviltà di chi ora utilizza lo spazio come discarica, sommata al pericolo derivante dalla fragilità strutturale dell’edificio, fa sì che i residenti si sentano sempre più abbandonati a sé stessi.
L’Ecomostro di via Calatafimi è ormai diventato il simbolo del degrado urbano, un problema che si trascina da troppi anni senza trovare soluzioni concrete. Il rischio, come spesso accade in questi casi, è che la situazione peggiori ulteriormente, finché non accadrà qualcosa di grave che obbligherà le istituzioni a intervenire.