SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Si è concluso con due condanne e un’assoluzione il processo di primo grado legato a uno dei più imponenti sequestri di droga effettuati lungo la costa marchigiana.
Era la notte del 1° settembre 2017 quando la Guardia di Finanza intercettò un carico di 2,3 tonnellate di marijuana, sbarcato nei pressi della foce del fiume Tronto, non lontano dalla riserva della Sentina.
La droga, suddivisa in 112 colli, era stata trasportata da un potente motoscafo, poi sfuggito all’inseguimento navale e dileguatosi in direzione delle acque croate. Alcuni colli furono recuperati sull’arenile, altri lanciati in mare. Nei pressi del luogo dello sbarco fu trovato anche un furgone con 25 taniche di benzina, probabilmente destinate a rifornire l’imbarcazione usata per il traffico.
Furono arrestati due uomini, tra cui A.R., residente a Recanati all’epoca dei fatti. Per lui l’accusa è stata quella di importazione e detenzione di stupefacenti, con l’aggravante del notevole quantitativo e della complicità con soggetti rimasti ignoti. Difeso dall’avvocato Massimo Di Bonaventura, è stato condannato a quattro anni e sei mesi di carcere.
D.K., di nazionalità albanese, ha scelto il rito abbreviato ed è stato condannato a quattro anni di reclusione. Dalle successive indagini della Guardia di Finanza, come riporta il Corriere Adriatico, emersero altri nominativi coinvolti, individuati anche tramite intercettazioni telefoniche con A.R. Tra questi, L.P., difeso dall’avvocato Paolo Marchionni, condannato anch’egli a quattro anni, mentre G.M., assistito dall’avvocato Maurizio Cacaci, è stato assolto «per non aver commesso il fatto».