di Emidio Lattanzi
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Questa mattina, nella chiesa di San Filippo Neri a San Benedetto del Tronto, si sono svolti i funerali di Francesco Cicchi, fondatore di Ama Aquilone, venuto a mancare nella serata di martedì. La funzione religiosa è stata celebrata da Don Vinicio Albanesi, storico presidente della Comunità di Capodarco e sacerdote da sempre impegnato nel recupero delle persone con dipendenza. E soprattutto legato da un profondo legame di amicizia con il 63enne venuto a mancare. Con lui, a celebrare la funzione, c’era Don Gianni Croci, parroco della chiesa.
Don Albanesi ha voluto rendere omaggio a Cicchi facendo leggere alcuni passaggi del libro scritto dal defunto, intitolato “La stanza degli ospiti”. Nel suo discorso, ha ripercorso il cammino di un uomo che ha dedicato la sua vita ad andare incontro a tante persone ferite dalla vita, scommettendo sulla possibilità di recupero di ogni individuo.
La missione di Francesco Cicchi, infatti, è stata segnata da un impegno costante nel sostenere e riabilitare coloro che erano caduti nella trappola delle dipendenze, un impegno che ha contraddistinto praticamente l’intera sua esistenza. “Ha scommesso sul fatto che ogni persona può essere recuperata”.
La chiesa di San Filippo Neri era gremita di persone giunte per dare l’ultimo saluto al 63enne. Tra i presenti, tanti volti noti del mondo politico e sociale, ma anche molte persone comuni. Mischiati tra la folla anche gli ex ospiti che, grazie al lavoro di Cicchi e del suo staff, hanno potuto intraprendere una nuova vita. La partecipazione massiccia testimonia l’impatto profondo che Cicchi ha avuto su chi lo ha conosciuto e sui tanti che ha aiutato.
Al termine della cerimonia, la bara di Francesco Cicchi è stata salutata da un gran numero di persone sul sagrato della chiesa, prima di prendere la strada del cimitero di San Benedetto del Tronto. Ad accompagnare la bara, i figli Martina e Riccardo e la moglie Sara, visibilmente commossi. Intorno a loro si è stretta tutta la comunità.
La comunità ha perso un pilastro, un uomo la cui opera e dedizione continueranno a vivere attraverso le persone che ha aiutato e attraverso l’eredità di Ama Aquilone, una realtà che resta come testimonianza del suo impegno e della sua fede nel potenziale di rinascita di ogni essere umano.