SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Ancora una volta si è intrapresa la scelta più facile, abdicando in toto le proprie responsabilità per generici motivi di ordine pubblico, nel compiaciuto silenzio di chi avrebbe compiti di governo”. Lo afferma il presidente del circolo Nord Pd Alessandro Marini riferendosi al divieto di trasferta imposto ai tifosi teramani.
“La decisione del prefetto, infatti, di vietare ai tifosi ospiti di poter assistere alla partita con la Sambenedettese è uno schiaffo alla città e alla sua immagine che purtroppo si ripete troppo spesso e che sinceramente non si fonda su nessun motivo concreto. Il Riviera delle Palme, a detta di tutti, è uno degli stadi più sicuri di Italia: le tifoserie hanno accessi e settori completamente separati, i parcheggi (ahimè solo per gli ospiti) sono riservati, ovunque ci sono antiestetiche e superate gabbie di contenimento e puntualmente la viabilità viene interdetta e stravolta, costringendo, tra l’altro, i supporters rossoblù a lunghe scarpinate per raggiungere lo stadio”.
“E neppure il grave incidente che ha coinvolto un anziano tifoso in occasione di Samb – Ancona sembra aver portato qualcuno a ripensare la follia della scelta che a domeniche alterne viene perpetuata a San Benedetto. Vietare in base alla residenza e reprimere a priori è chiaramente l’opzione più facile, ma è allo stesso tempo una sconfitta, già denunciata persino dai sindacati di polizia, soprattutto a fronte del via libera in occasione di partite ben più a rischio nel territorio piceno”.
Marini parla anche dei danni alla società sportiva: “Non di poco conto, poi, è la questione dei mancati incassi per la società rossoblù: privare ogni anno di decine di migliaia di euro di incassi la Sambenedettese, la quale settimanalmente investe in sicurezza e steward, è una mancanza di rispetto verso chi faticosamente sta investendo, nel silenzio assordante delle istituzioni cittadine, in un bene di tutti. Ci si riempie sempre la bocca, a tutti i livelli, di quanto sarebbe bello tornare a riempire gli stadi di famiglie e bambini e di come lo sport e i suoi valori siano inclusivi, ma simili scelte purtroppo rendono il tutto lettera morta”.
“Ci piacerebbe vedere uno scatto di orgoglio del sindaco di San Benedetto e dell’assessora allo sport, ancora una volta silenti, volto a difendere l’immagine di San Benedetto, città che dell’accoglienza ha sempre fatto un vanto. Ma, ovviamente, si tratta di una vana speranza.
A questo punto facciamo appello ai parlamentari del Piceno, affinché si impegnino con azioni forti e tempestive presso il Ministero dell’Interno per impedire questa sequela di provvedimenti semplicistici e del tutto antistorici”.