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Cruciani: “Zanzara? Torno se mi va, padrone del mio destino. Nessun accordo con Mediaset”

Il conduttore a San Benedetto: "Concentrato sulla radio, la tv non mi interessa. Se il programma si rifarà, sarà su Radio 24"
Pubblicato il 24 Agosto 2016

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Incontriamo Giuseppe Cruciani ai Bagni Andrea, a pochi minuti dal fischio finale di Roma-Porto. “Com’è finita? Sapevo che perdeva 1 a 0”. In realtà i giallorossi di gol ne hanno beccati tre, chiudendo la partita in nove.

Cruciani è dispiaciuto, nonostante la conclamata fede laziale. Ma se il destino della Roma è segnato, è ancora incerto quello del conduttore de “La Zanzara”. I suoi seguaci lo acclamano, si chiedono quando tornerà in onda, fissano la data del 5 settembre. Il “Crux” però non conferma: “Se mi andrà, tornerò – dice – ho la possibilità di decidere del mio destino. Se si ripresenterà la voglia rifarò La Zanzara, non voglio dire niente. Qualora tornassi sarebbe a Radio 24, ma bisogna vedere”.

T shirt di Jim Morrison, sorriso smagliante. Cruciani è l’ospite d’onore de “La notte delle Borse”. Non troppo lontani ci sono pure Dario Ballantini ed Enzo Iacchetti. Il conduttore di Striscia si avvicina e lo abbraccia. Gli rivela di aver acquistato casa a Grottammare qualche anno fa.

In futuro i due potrebbero convivere nella grande casa di Mediaset. Così almeno hanno scritto i giornali. Il diretto interessato tuttavia smentisce: “No, nessun accordo con Mediaset”.

Re indiscusso del talk radiofonico, Cruciani si mostra invece allergico alla tv. Qui si concede al massimo come opinionista. Il ruolo di padrone di casa l’ha abbandonato definitivamente nel giugno 2014, quando condusse “Tango” su SkyTg24 in coabitazione con Ilaria D’Amico: “E’ stata un’esperienza di un mese, in compagnia di una grande professionista. Doveva durare un mese e così è andata, non avevamo prospettive a lungo termine. L’idea di condurre non mi passa per la testa e per fortuna non me la offrono, non me ne frega. Sono concentrato sulla radio, per fortuna”.

Qualche tempo prima era stata la volta di “Radio Belva”. Share inferiore al 3%, totale caos in studio e soppressione dopo la prima puntata. Tanto bastò per rendere il programma un cult. “Fu un’avventura irripetibile, straordinaria – spiega Cruciani – di una tale irresponsabilità che quasi mi manca. Improvvisammo completamente, andammo a braccio. Ormai sulle cose ci ragiono troppo”.