SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il processo sul crollo del solaio di un capannone in costruzione a San Benedetto, avvenuto il 12 ottobre 2020, si è concluso con una condanna a nove mesi e due assoluzioni.
L’incidente, verificatosi in via della Liberazione durante i lavori per un edificio destinato a diventare un autosalone nei pressi della statale Adriatica, ha causato gravi ferite a due operai, uno dei quali vive ancora oggi con conseguenze molto gravi.
Le indagini hanno evidenziato che il solaio è crollato subito dopo la gettata del calcestruzzo, ancora allo stato liquido, che era in fase di presa senza legame con il ferro della struttura prefabbricata. Questo materiale era stato fornito da un’azienda esterna, mentre l’impresa appaltatrice non avrebbe rispettato le prescrizioni tecniche, utilizzando puntelli diversi fra loro e inadatti. La perizia ha sottolineato che i traversi, distanziati di 1,80 metri invece che dei previsti 1,20, hanno contribuito al cedimento strutturale.
Il giorno dell’incidente, i due operai erano probabilmente impegnati in una verifica sul solaio, quando la struttura è crollata, trasformando il carico statico in dinamico e mandando in crisi i puntelli. Il soccorso fu imponente, coinvolgendo vigili del fuoco, personale del 118 con due eliambulanze, carabinieri, polizia municipale e volontari.
Il processo ha visto imputati il direttore dei lavori, il progettista delle opere strutturali, il collaudatore e il coordinatore per la sicurezza. Tra le responsabilità individuate, è emerso il mancato rispetto delle specifiche tecniche del solaio da parte dell’impresa, il cui legale rappresentante ha ottenuto una messa alla prova separata, propedeutica all’estinzione del reato.