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Crisi idrica, la presidente Ciancaleoni: «Estate peggiore del 2022. A fine mese decideremo se e come riaprire nelle ore notturne»

Parla il vertice della Ciip: «Dal gennaio del 2017 non ci sono più state nevicate importanti in montagna e la ricarica delle sorgenti naturali non è avvenuta. Queste piogge aiutano, ma non è ancora una situazione che ci permette di annullare tutte le chiusure»
Pubblicato il 13 Settembre 2024

di Massimo Falcioni

ASCOLI PICENO.  «La stagione estiva è stata delicata. Abbiamo toccato i minimi storici nelle portate delle maggiori sorgenti a cui facciamo riferimento». Ad analizzare la situazione della crisi idrica nel Piceno è la presidente della Ciip, Maddalena Ciancaleoni.

Il principale responsabile di questo complesso scenario è il sisma del 2016, a cui vanno aggiunte le condizioni climatiche, tutt’altro che favorevoli: «Il terremoto ha causato la deviazione di alcuni flussi e la scomparsa di sorgenti più piccole. Inoltre, dal gennaio del 2017 non ci sono più state nevicate importanti in montagna e la ricarica delle sorgenti naturali non è avvenuta. La pioggia rappresenta un apporto importante, tuttavia non garantisce la ricarica sistematica ed importante che dà la neve, che in primavera si scioglie e va a riempire le sorgenti nel periodo estivo, in cui c’è maggiore richiesta».

Un procedimento che, di fatto, non si verifica da ben sette anni, con il 2024 che si è rivelato più critico del 2022, quando la Regione Marche dichiarò lo stato d’emergenza.

«L’osservatorio dell’Appennino Centrale ha dichiarato lo stato di severità alta solo per il nostro territorio, quello dell’Ato 5 gestito dalla Ciip – spiega la Ciancaleoni – ora potrebbero aggiungersi anche altre zone delle Marche e dell’Abruzzo. Tutto questo ha portato alle chiusure idriche fin dal 2 luglio. Un’operazione necessaria e indispensabile per la ricarica dei serbatoi. In questo senso, servono minimo otto ore per avere gestire il flusso d’acqua durante la giornata».

Il pensiero, comprensibilmente, va a chi ha subito disagi: «Molti cittadini e attività commerciali hanno riscontrato grosse difficoltà, ma abbiamo dovuto agire in questo modo per evitare razionamenti più pesanti. Le chiusure non sono state effettuate a cuor leggero dalla Ciip. L’impatto è stato pesante e ha portato anche a problemi sulla rete. Infatti, alla riapertura si potrebbero formare delle bolle d’aria che andrebbero a danneggiare le condotte». Però era l’unico modo per controllare il flusso. «Abbiamo fatto il possibile per gestire al meglio le necessità, capisco che la coperta è corta e qualcuno ha avuto problemi maggiori di altri». Per come è organizzata la rete, si è cercato di fare il meglio che si è potuto. I dipendenti della Ciip e delle società a cui ci siamo appoggiati per gli interventi sono stati davvero encomiabili. «Hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo».

Riguardo alle chiusure dei serbatoi, a breve si deciderà su eventuali revoche definitive delle ordinanze: «Ci siamo presi dei giorni per valutare cosa chiudere e cosa mantenere aperto – prosegue la presidente – queste piogge e il clima in fase di mutazione sta portando leggeri segni di miglioramenti. Ma non è ancora una situazione che ci permette di annullare tutte le chiusure. Verso fine mese rivaluteremo lo scenario». Il comitato di crisi idrica interno alla Ciip, comunque, ha quotidianamente la situazione sotto controllo. «Queste precipitazioni qualche segnale lo stanno offrendo. Ad esempio, c’è minore richiesta d’acqua per l’irrigazione e questo ci fa gioco. Poi bisogna distinguere tra la pioggia costante e non violenta e una bomba d’acqua di venti minuti che crea più danni che benefici».

Considerate le difficoltà, un apporto lo ha offerto pure la campagna di sensibilizzazione contro lo spreco dell’acqua e, in tal senso, la Ciancaleoni ringrazia la popolazione: «C’è stata una presa di coscienza. I cittadini hanno risposto in maniera eccellenze, hanno interiorizzato e fatto propria la campagna. C’è stata un’attenzione importante».

L’ultimo sguardo è sui progetti, presenti e futuri: «Abbiamo attivato dei pozzi a Capodacqua, in zona Arquata, che ci hanno permesso di recuperare 30 litri/secondo. Sono entrati in funzione prima di ferragosto e ci hanno aiutato nel periodo topico. Ed ancora, stiamo portando avanti i progetti finanziati dal Pnrr. C’è una ricerca costante di nuove captazioni. Per l’estate 2026 sarà pronto il primo acquedotto antisismico che capterà l’acqua dal lago di Gerosa e dal fiume Tenna per reimmetterla nel circuito dei Sibillini».