SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il Consiglio comunale aperto sulla vicenda della strada Brancadoro e del Ballarin si è concluso con una pioggia di critiche dell’opposizione al sindaco Antonio Spazzafumo.
Le dichiarazioni del primo cittadino, che ha sottolineato di non voler più convocare assemblee pubbliche di questo tipo, hanno scatenato una reazione immediata e compatta da parte dei consiglieri di minoranza.
Barlocci: «Sindaco, deve studiare»
Tra i primi a replicare c’è stata Luciana Barlocci, che ha duramente criticato il sindaco sulla gestione della vicenda del sentiero pubblico e sulla reale necessità della delibera del 2004.
«Sindaco, lei deve studiare. La delibera non serviva e glielo ho detto ripetutamente. Le avevo già spiegato che quella strada era una servitù pubblica. La delibera è stata un surplus, la verità è che il Comune avrebbe dovuto coscienziosamente fare un atto a tutela dei cittadini, ma questa è una musica che non le piace».
La consigliera ha poi contestato anche la decisione di anticipare il Consiglio, inizialmente previsto per il 1° marzo, accusando il sindaco di aver dato priorità ad altri impegni. «Il sindaco non aveva impegni istituzionali, ma la sua presenza è prevista in apertura di un evento organizzato da Fratelli d’Italia».
Piunti: «Delirio di onnipotenza»
Un attacco altrettanto duro è arrivato da Pasqualino Piunti, che ha definito l’atteggiamento del sindaco come un «delirio di onnipotenza», criticandolo per la sua affermazione sulla fine dei Consigli comunali aperti.
«Lei dice che non farà mai più questi consigli comunali. Ma che lo decide lei? Siccome le dà fastidio che i cittadini vengano qui a esprimere le loro impressioni, gli mette l’abito politico. Come se il politico non venisse qui a rappresentare quello che i cittadini dicono. Il politico dà voce ai cittadini e questa è la democrazia. Il fatto che tutto ciò le dia fastidio significa che le eccezioni sollevate sono più che fondate».
Piunti ha poi replicato alle dichiarazioni del sindaco sul Ballarin, ricordando i tentativi già fatti in passato per la riqualificazione dell’area.
«Ho sentito dire che sul Ballarin per 40 anni non si è fatto nulla e che oggi siete i primi a intervenire. Guardavo il vicesindaco e mi chiedevo come mai non dicesse nulla. Anche ai tempi in cui era vicesindaco e assessore ci hanno provato con un archistar, ricordate Bernard Tschumi? Poi purtroppo venne fuori che il Ballarin non era del Comune, tipo Totò e la fontana di Trevi. Meno male che qualche consigliere poco fa si è ricordato che nel 2018 la nostra amministrazione ci mise le mani, intercettando i finanziamenti e riaprendolo».
Poi l’affondo sulla strada Brancadoro, con un chiaro riferimento a Bruno Gabrielli, assessore all’Urbanistica nel 2024, ma presente anche nella giunta che approvò la delibera del 2004.
«Il sindaco dice che qui si sapeva e nessuno lo ha detto. Ma quando si è fatta questa SCIA, a giugno 2024, chi era assessore all’urbanistica? Non era forse una persona che nel 2004 era in giunta con me?».
Il suo intervento si è concluso con una dura accusa all’attuale amministrazione.
«Il modus operandi che si sta portando avanti sta trasformando questa città sempre più avversaria dei suoi amministratori».
De Vecchis: «Marketing e demagogia non risolvono i problemi»
A rincarare la dose è stato Giorgio De Vecchis, che ha accusato il sindaco di aver impostato la sua replica più sul piano della comunicazione che su quello della sostanza.
«Se il sindaco pensa che marketing e demagogia servano a far cambiare la percezione dei cittadini o risolvano i problemi, sbaglia. Il suo intervento è stato prima un esempio di marketing e poi di pura demagogia».
L’ex presidente del Consiglio comunale ha poi sollevato dubbi sulle reali motivazioni dietro la scoperta della delibera del 2004. «Mi viene da pensare che quella delibera sia stata ritrovata solo ed esclusivamente per l’esigenza di tornare repentinamente indietro dopo le insistenti segnalazioni della consigliera Barlocci, che chiaramente erano più che fondate. Quel foglio è stato provvidenziale per fare marcia indietro?»».
Anche lui ha insistito sulla questione dell’area Brancadoro, ribadendo l’importanza di un’acquisizione da parte del Comune.
«Abbiamo l’occasione di prendere l’area Brancadoro e non lo facciamo».
Infine, rivolgendosi alla maggioranza, ha lanciato un attacco frontale:
«Avete detto che volevate acquisire l’area Brancadoro e ora avallate il contrario. Siete pecore».
Marchegiani: «Le scuse erano dovute»
Chi ha spostato il focus su un altro tema è stata Annalisa Marchegiani, che ha chiesto all’amministrazione di prendere posizione sulla vicenda della lettera ricevuta da Luciana Barlocci.
«Quello che mi sarebbe piaciuto vedere da parte di questa amministrazione sarebbero state le scuse nei confronti della consigliera Barlocci. Perché quando sulla carta intestata del Comune si dà della molesta a una consigliera che, a torto o a ragione, sta facendo un lavoro a beneficio della città, le scuse erano dovute».
Uno scontro destinato a continuare
L’assemblea, che avrebbe dovuto chiarire alcuni degli interrogativi più delicati per la città, ha finito per aumentare le tensioni tra amministrazione e opposizione. Le dichiarazioni di Spazzafumo hanno sollevato nuove polemiche e i consiglieri non sembrano intenzionati a lasciar cadere la questione.
La gestione della strada Brancadoro, la riqualificazione del Ballarin, la trasparenza amministrativa e i rapporti con la cittadinanza restano temi aperti e altamente divisivi. E la sensazione è che il confronto tra le parti sia destinato a proseguire ben oltre questo Consiglio comunale.