SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Nel dibattito sull’elevazione del Commissariato di Polizia di San Benedetto del Tronto, arriva anche la posizione dell’ex consigliere regionale Fabio Urbinati, che non vede in questa decisione un traguardo da celebrare, ma piuttosto il segno di un ritardo ingiustificabile nella gestione della sicurezza cittadina.
«L’eventuale innalzamento del livello del Commissariato di San Benedetto del Tronto e del suo potenziamento non deve considerarsi la vittoria di qualcuno», dichiara Urbinati, sottolineando come questo riconoscimento sia arrivato con almeno dieci anni di ritardo.
L’ex consigliere ricorda che già in passato erano state avanzate richieste formali rimaste inascoltate: «Se ciò è vero, ci sarà solo da indignarsi per il ritardo di un servizio che nella nostra città urgeva ormai da almeno dieci anni. Ci sono atti e passaggi formali che lo chiedevano da tempo. Inascoltati tutti gli appelli sia della politica che dei sindacati di polizia».
Urbinati riporta anche un episodio concreto risalente a quando sedeva in Consiglio Regionale: «Nel 2019 feci approvare un atto addirittura dal Consiglio Regionale delle Marche. Atto che riportava molti gravi episodi che già avvenivano allora. Passò all’unanimità e fu trasmesso all’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Non si fece nulla!».
Secondo Urbinati, il vero problema è che la città ha dovuto aspettare una tragedia per ottenere attenzione: «Non è tollerabile che per avere un servizio di prevenzione rafforzato ci debba scappare il morto».
Infine, l’ex consigliere critica chi oggi rivendica il risultato come un successo politico: «Cercare di appendersi medaglie al collo significherebbe solo nascondere lo scarso peso politico della nostra città, sia in ambito regionale che nazionale».
Mentre le istituzioni si confrontano sulle misure di sicurezza, le forze dell’ordine proseguono le indagini sull’omicidio di Amir Benkharbouch, con tre persone arrestate, due denunciate e il sequestro del locale da cui il gruppo era uscito prima della rissa mortale.